Una carezza in un pugno. Napolitano tira le orecchie a Renzi: “Ha sbagliato a personalizzare il referendum”, ma rilancia il “sì”

Prima il rimprovero, poi l'ennesima piena approvazione. L'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è tornato a parlare del referendum.

Prima il rimprovero, poi l’ennesima piena approvazione. L’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è tornato a parlare del referendum sulle riforme in programma il 4 dicembre. “Non si è partiti bene: si sono commessi molti errori che hanno facilitato la campagna del “no”. Renzi ha capito. Ma il tempo conta, ed è tanto che persone si sono opposte alla riforma perchè erano contro Renzi”, ha spiegato Re Giorgio. Che h poi evidenziato: “Se vince il referendum istituzionale, avremo la possibilità di tornare a rendere il Parlamento un luogo degno”, ha affermato alla scuola di formazione del Partito democratico. “Tra decreti e fiducia il Parlamento è stato ridotto uno straccio. Tutto questo può finire con questa riforma”, ha ribadito Napolitano, riprendendo un vecchio cavallo di battaglia della sua permanenza al Quirinale.

Le parole dell’ex presidente non hanno lasciato indifferenti le opposizioni. “Parole assurde quelle del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Se vince il Sì il Parlamento torna degno? Ma come si permette di insultare le istituzioni che anche lui ha lungo ha rappresentato?”, ha attaccato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta. Critiche simili arrivano anche da Sinistra italiana: “Se non vince il sì ma il no, come noi auspichiamo, il giorno dopo la democrazia sarà un po’ migliore, un po’ meno ridotta”, ha dichiarato Nicola Fratoianni.

Napolitano “ci sorprende ogni giorno, qualche settimana fa ha smentito clamorosamente Renzi sull’Italicum, in secondo luogo parla di un Parlamento che deve tornare degno, come se non lo fosse; ma tutto si può dire fuorché questa riforma rafforzi il Parlamento e questo è uno dei motivi principali per cui noi siamo contrari”, ha commentato il deputato di Possibile, ex Pd, Pippo Civati.