Il giorno della Memoria velato dalle polemiche. A dare la stura a queste, ancora una volta, è il conflitto in Medio Oriente. Ad infiammare gli animi c’è lo scontro con l’Anpi sull’utilizzo della parola genocidio per descrivere il conflitto a Gaza, un termine che non è possibile utilizzare secondo la Comunità ebraica.
Il cartello che accusa le Ong di antisemitismo
Al punto che quella di Milano ha deciso di disertare gli eventi nel Giorno della Memoria dove era presente anche l’associazione dei partigiani. A far salire la tensione è stato anche il testo di un cartello proiettato nella notte a Roma su una parete della Piramide Cestia e sul Palazzo della Fao contro le Ong, “Se Israele avesse bombardato i treni per Auschwitz, vi sareste schierati con Hitler”. Accanto i nomi di Amnesty, Medici Senza Frontiere, Emergency e Croce Rossa.
“Quelle scritte sono una risposta alla distorsione sulla Memoria. Non mi pronuncio ma credo che il dolore fa scrivere determinate cose, un dolore fortissimo, quello che subiamo ogni giorno”, il commento della presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni.
Comunità ebraiche divise sullo scontro con l’Anpi
A Milano, dicevamo, la Comunità ebraica non ha partecipato in polemica con l’Anpi al tradizionale incontro con gli studenti nella sede del Comune. “C’è il rischio che se alla Shoah si danno altri significati, non si onorano le vittime ma si offendono”, ha ribadito il vice presidente della Comunità ebraica della città Ilan Boni.
Ma non tutti all’interno delle stesse Comunità ebraiche la pensano così. Lo conferma la presenza all’incontro di Milano di Gadi Schoenheit, assessore alla Cultura dell’Ucei, Unione comunità ebraiche italiane, secondo cui la scelta di disertare gli incontri istituzionali non fa bene alla Memoria, che “si porta avanti essendo presenti ovunque e comunque”.
A non condividere la scelta della Comunità ebraica di Milano è anche il presidente della comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, secondo cui “il nostro dovere è di testimoniare, di far conoscere le nostre ragioni e quindi di prendere parte attivamente alle celebrazioni del Giorno della Memoria”.
La spaccatura tra l’Anpi e le comunità ebraiche va avanti da oltre un anno e ha segnato anche le celebrazioni per il 25 aprile. A partire all’attacco dell’Anpi è il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, secondo cui “l’Anpi di oggi non è più l’Anpi di un tempo. Alcuni leader stanno facendo delle battaglie che non si rendono conto che contraddicono i loro scopi istituzionali”.
Ancora più netto il rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, che ha osservato come “oggi l’antisemitismo più pericoloso e più attivo viene dalle sinistre e questo mi preoccupa”.
Da parte sua l’Anpi ha rigettato le polemiche e le accuse sull’uso del termine genocidio definendole “strumentali”. Il presidente Gianfranco Pagliarulo ha spiegato come l’Anpi “non ha mai messo sullo stesso piano Gaza e la Shoah” e ha lanciato un appello anche in vista del 25 aprile, in cui si celebrano gli 80 anni della Liberazione, “affinché si superi il pregiudizio e le opinioni preconcette e si arrivi assieme a celebrare momenti che abbiamo sempre avuto in comune”.
Meloni parla di complicità dei fascisti nella Shoah, i leader mondiali ad Auschwitz
La premier Giorgia Meloni ha forse per la prima volta ricordato le complicità del regime fascista nella Shoah “attraverso l’infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni”.
Intanto i leader mondiali si sono ritrovati per la cerimonia per l’80esimo anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau nel museo del campo di sterminio nazista. Tra loro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il cancelliere tedesco Olaf Scholz insieme al presidente Frank-Walter Steinmeier, il re Carlo d’Inghilterra, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente polacco Andrzej Duda e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.