Una strage senza fine. L’anno parte subito col primo morto sul lavoro

L'imprenditore agricolo Claudio Tollio di Castiglione Mantovano è la prima vittima sul lavoro in Italia del 2024.

Una strage senza fine. L’anno parte subito col primo morto sul lavoro

Un tragico destino quello di Claudio Tollio, agricoltore di 57 anni, morto il primo gennaio. Due rotoballe di fieno lo hanno travolto e ucciso nel fienile della sua azienda agricola a Castiglione Mantovano, frazione del Comune di Roverbella, dove abitava con la famiglia. Tollio è la prima vittima sul lavoro in Italia del 2024. Un tragico e beffardo destino, dicevamo: a lui è toccata la stessa sorte del padre 83enne, anch’egli morto sotto una balla di fieno una decina di anni fa nella stessa azienda agricola di famiglia, che si occupa dell’allevamento di bovini.

L’imprenditore agricolo Claudio Tollio di Castiglione Mantovano è la prima vittima sul lavoro in Italia del 2024

A trovare il corpo poco dopo le 21.30 di sera è stato un parente che stava lavorando con l’agricoltore nella stalla accanto al fienile. Non vedendolo da un paio d’ore si era insospettito ed era andato a cercarlo per tutta l’azienda. Nel fienile il tragico rinvenimento. Il corpo dell’agricoltore era a terra, esanime, sotto due balle del peso di circa cinque quintali ciascuna cadute da un’altezza di sei-sette metri. Sul posto sono arrivati un’ambulanza, i vigili del fuoco e i carabinieri, ma i tentativi di rianimare l’agricoltore sono stati inutili. Sul posto sono arrivati anche i tecnici del servizio di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Ats Val Padana a cui spetterà il compito di stabilire l’esatta dinamica dell’incidente, che si presume sia accaduto poco più di due ore prima del ritrovamento del corpo, e se, soprattutto, in azienda siano state osservate tutte le misure di sicurezza previste.

La salma dell’imprenditore agricolo è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, in attesa del nulla osta del magistrato per i funerali. La lunga scia di sangue non si arresta. Il 30 dicembre avevano perso la vita altre due persone. Un operaio 58enne di Penne (Pescara), Fabio Di Fabrizio, era morto all’ospedale di Pescara per le lesioni riportate in seguito ad un infortunio sul lavoro avvenuto il giorno prima in un’azienda di Collecorvino. L’uomo, dipendente di una ditta che si occupa di allestimento di cantieri edili, stava lavorando nella sede dell’azienda in via dell’Artigianato ed era impegnato nelle operazioni di carico di un mezzo pesante, quando la pedana del veicolo, per cause in corso di accertamento, lo ha schiacciato.

Nei primi 11 mesi dell’anno scorso si sono contate 968 vittime e decine di migliaia di feriti

Nello stesso giorno, travolto da un mezzo di sollevamento che si spostava in retromarcia, ha perso la vita il 51enne Angelo Rossini nel porto di Bari. Da quanto si apprende l’incidente sarebbe avvenuto durante l’attività di movimentazione container. I dati Inail dei primi 11 mesi del 2023 ci dicono che sono calati gli incidenti mortali in itinere, ma non quelli sui luoghi di lavoro, che passano da 722 a 745. Complessivamente gli infortuni mortali nei primi undici mesi dello scorso anno sono stati 968. C’è stato poi un aumento delle denunce delle malattie professionali, 67.094, oltre 11mila in più rispetto allo stesso periodo del 2022.

L’Inail ha deciso di stanziare 1,5 miliardi di euro per rafforzare le misure di prevenzione

L’Inail per quest’anno ha deciso di stanziare 1,5 miliardi di euro per rafforzare le misure di prevenzione e gli strumenti a disposizione dei datori di lavoro per ridurre gli infortuni. “Investire in prevenzione è una assoluta priorità. La scelta di migliorare l’efficacia delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – ha commentato la ministra del Lavoro Marina Calderone – è una assoluta priorità ed oggi ci misuriamo con proposte realistiche, di graduale crescita delle attività legate alla prevenzione, che propongono maggiori tutele e strumenti per garantirle”. Non si capisce perché allora il governo Meloni che si riempie la bocca di parole come prevenzione e formazione abbia aspettato oltre un anno per muoversi. E oggi si ritrovi ad aggiornare il tragico bollettino dei morti sul lavoro.