Chi pensava che le sei scarcerazioni decise dal riesame per altrettanti inquisiti nell’inchiesta sull’urbanistica milanese avessero tagliato le gambe alla procura, si era sbagliato. E di grosso. Nelle memorie depositate dal pool, infatti, emergono ben 12 progetti immobiliari di Coima ritenuti dai pm illegali o abusivi, perché approvati senza “piano attuativo” e realizzati o da realizzare in violazione delle leggi nazionali su distanze, altezze, volumetrie degli edifici e standard o servizi pubblici da garantire per le nuove costruzioni nei quartieri. Tra questi Porta Nuova e Scalo Farini, fino al Villaggio Olimpico a Porta Romana.
La lista dei 12 maxi-progetti di Coima ritenuti “abusivi”
La lista completa recita: le “aree Porta Nuova Gioia” fra cui P39 ex Pirellino (che vede indagati per induzione indebita anche il sindaco Giuseppe Sala e il dg del Comune, Christian Malangone), P30 e P32 per due “torri gemelle di 13 piani”, l’ex Palazzo Telecom di via Pirelli 35 trasformato con aumenti di “altezza” e “cubatura” ed edificato all’interno di un “cortile”.
Ci sono poi i cosiddetti ‘Portali’ di Gioia 20 est e Gioia 20 ovest, rispettivamente di 98 e 64 metri di altezza; il grattacielo ‘scheggia di vetro’ di Gioia 22; il progetto non ancora realizzato di una torre di 17 piani sull’ex area di proprietà comunale di Largo De Benedetti. L’elenco contiene anche gli sviluppi per le aree messe a bando dal Comune in via Cenisio 2/via Messina 50 e Largo De Benedetti 1/via Messina 53, oggetto peraltro dell’accusa di corruzione di cui Catella risponde per aver commissionato incarichi all’ex componente della commissione paesaggio, Alessandro Scandurra. Ma nella lista compaiono anche i 60mila mq dell’area Valtellina, confinante con lo scalo Farini, oggetto di “massiccia edificazione” senza un “piano attuativo”.
Cubature monstre e ingiustificate per il Villaggio Olimpico
Circa il Villaggio Olimpico, rilevato da Coima nel 2020 in cordata con Covivio e Prada Holding per 180 milioni di euro (unica offerta), secondo i pm al privato sarebbe stata riconosciuta una “massiccia volumetria” con lo strumento dell’Accordo di Programma del 2017, non compensata da un “giusto contrappeso” e con una “pianificazione priva di interesse pubblico”.
Sullo Scalo inoltre i neoproprietari avrebbero utilizzato un “bando privato” con “giuria privata” per “selezionare il miglior progetto di urbanizzazione”. Per gli inquirenti ciò sarebbe avvenuto con una “espropriazione della funzione pianificatoria pubblica attribuita inderogabilmente al Consiglio comunale” e violando la legge regionale lombarda sul consumo di suolo.
Catella voleva costruire accanto al Cimitero Monumentale
Discorso a parte meritano le chat depositate sulla vendita dei lotti ‘Cenisio 2/Messina 50′ e ‘Largo De Benedetti/Messina 53’ di proprietà pubblica, rispettivamente con basi d’asta da 38 e 28 milioni di euro, nei pressi del cimitero Monumentale. Per i pm Catella avrebbe cercato di aggirare il vincolo di “assoluta inedificabilità” del Cimitero (in base a una legge nazionale, inderogabile, secondo la procura) convincendo l’ex assessore Tancredi e il dg del Comune a concedere una “deroga”.
Il primo lotto ha un “vincolo di inedificabilità” che vieta le costruzioni in fascia di “prossimità” fino a 200 metri di distanza dai cimiteri. Proprio per questa ragione il primo bando è andato deserto il 29 settembre 2022. Il 10 marzo 2023 Catella scrive a Tancredi: “Per Cenisio vediamo come trovare la soluzione che consenta di accelerare la riqualificazione di quel quadrante”.
La “deroga” chiesta all’assessore per una norma inderogabile
Il giorno successivo chatta sia con Malangone che Tancredi, in vista di un possibile nuovo bando di gara, in due conversazioni private differenti a cui inoltra lo stesso messaggio: “A valle di Cenisio ho riepilogato azioni per ns (nostro, ndr) team che ti allego sotto per contribuire ad una soluzione”. Il ceo di Coima chiede una “deroga” al vincolo cimiteriale perché in “assenza” della stessa la “inedificabilità del lotto specifico” sarebbe “pressoché totale”.
Ricorda ad assessore e dirigente che non era questo “l’oggetto del bando rispetto alla SL (superficie lorda, ndr) edificabile” e che il prezzo di decine di milioni di euro (la “valutazione”) “assumo non derivi da una perizia che tenesse in conto la non edificabilità”. Per il 57enne c’è “interesse pubblico alla deroga” perché per Palazzo Marino esiste il “rischio di non vendere”. Nel lungo messaggio elenca le azioni e le “condizioni di edificabilità”. Fra cui il “tema della deroga come condizione risolutiva necessaria” e da far “esplicitare” al Comune nel contratto “preliminare” di vendita con un “iter” compatibile con il “cronoprogramma industriale e comunque entro il rogito”. Tancredi risponde: “Molto utile. Faremo presto un confronto interno per valutare come procedere”.
Tancredi: “Come siamo messi, ho in adiacenza due progetti di Boeri e Scandurra”
La Procura sottolinea che il vincolo cimiteriale “non è derogabile” e comunque non con un “bando” emanato attraverso determina dirigenziale. Aggiunge anche come l’interesse su quell’area di Cenisio sia datato nel tempo. Ad aprile 2022 Tancredi a Malangone: “Ma noi con le nostre aree Cenisio come siamo messi? Perché ho in adiacenza due progetti di Boeri e Scandurra” dice con riferimento a Stefano Boeri e all’architetto Alessandro Scandurra, indagato per la corruzione con Catella.
“Devo parlare a te e Beppe di due cose potentissime”
“Maran non ci voleva fare reventing?” risponde Malangone citando Reinventing cities, il bando internazionale per la rigenerazione urbana che, sulla carta, predilige progetti sociali e sostenibili sotto il profilo ambientale. “Reinventing mi pare un po’ sprecato… quelle valgono”, risponde l’ex assessore che il 24 maggio 2022 rincara: “Devo parlare a te e a Beppe di due cose potentissime”. La seconda “è uno studio su Cenisio che ho chiesto a Boeri e Scandurra, anche per sviluppo nostra area. Loro progettano due delle torri per proprietà private”. E infine aggiunge i progetti in cantiere: “1 San Siro, 2 Cadorna, 3 Bovisa Piano, 4 Snai, 5 Cenisio. Un bombardamento”.