Urbanistica: anche la Goccia di Piano finisce sotto il faro della Procura

Non solo i grattacieli fantasma, sotto il faro della Procura per l'urbanistica finisce anche il maxi-progetto del Politecnico in Bovisa.

Urbanistica: anche la Goccia di Piano finisce sotto il faro della Procura

Urbanistica ancora nel mirino della Procura di Milano. Un fascicolo, per il momento senza indagati, sarebbe stato aperto sul progetto per il nuovo campus del Politecnico di Milano alla “Goccia”, nel quartiere Bovisa. Si tratta di un’opera firmata dall’archistar Renzo Piano, per riqualificare l’ex area industriale dove c’erano i gasometri.

Il progetto prevede la realizzazione di venti nuovi edifici di 4 piani, di 16 metri di altezza, per un totale di circa 105 mila metri quadrati, più le “scuole civiche”, le residenze per gli studenti e un’area dedicata alle startup. Le indagini della procura sarebbero partite dopo un esposto inviato dai comitati di cittadini, che avevano già fatto ricorso al Tar contro un progetto del quale, lamentano, non conoscono l’impatto sull’area. A rischio, secondo i comitati, sarebbero le aree verdi della zona, che potrebbero essere messe a rischio dalle nuove costruzioni.

Urbanistica, un intervento da 32 ettari

Renzo Piano aveva presentato il Masterplan Bovisa – Goccia nel novembre 2022. L’intervento interessa una superficie territoriale complessiva di 32 ettari, di proprietà del Comune di Milano (23,4 ettari) e del Politecnico (9.1 ettari). L’inizio dei lavori era previsto per la fine del 2023 ma è già slittato, anche a causa di extra costi e problemi burocratici. I lavori dovrebbero essere completati nel 2026.

Salvini intanto presenta il suo condono “Salva-Milano”

Intanto, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha lanciato sul tavolo verde delle Europee, tra le altre, la fiche della “Salva-Milano”. La norma è entrata nel pacchetto di emendamenti della Lega al decreto “Salva-casa’” assegnato alla Camera dei deputati, dove il prossimo 11 giugno sarà incardinato nella Commissione ambiente e infrastrutture.

“Non entrando nel merito delle inchieste giudiziarie, non possiamo permetterci di bloccare le autorizzazioni edilizie, arrestando lo sviluppo e la crescita delle città”, spiega il Carroccio, per il quale è necessario “un intervento per aiutare le centinaia di famiglie che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti”. La Lega non ha però specificato quali sarebbero gli immobili già abitati, visto che molti dei progetti nel faro della procura sono o sulla carta o in itinere.

Un colpo di spugna sull’urbanistica in salsa meneghina

L’intento dell’emendamento, ha aggiunto il Carroccio, “è quello di trovare soluzioni al problema delle ristrutturazioni edilizie che non riguardano solo Milano, ma anche altre città dove per anni si è lavorato seguendo la stessa interpretazione di norme. Sono problemi che nascono dalla sovrapposizione tra la normativa statale, la normativa regionale e i provvedimenti adottati da alcuni Comuni, che consentono la demolizione e la ricostruzione con Scia (segnalazione certificata di inizio attività, ndr)“. Ma anche qui, la Lega non ha spiegato quali sarebbero le altre città coinvolte, visto che le indagini conosciute ad oggi sono solo quelle della Procura di Milano.

Monguzzi: “Il modello Milano orami è tramontato, ripensiamo al Pgt”

“Mi auguro che in parlamento Verdi e Sinistra, nel cui DNA c’è sempre stato il no ai condoni, diano battaglia e fermino il condono”, ha tuonato ieri il consigliere comunale Carlo Monguzzi di Europa Verde. “La magistratura accusa il Comune di abusi per favorire i costruttori. La Cgil accusa il Sindaco di aver creato il luna park nell’edilizia a Milano. E invece di una risposta politica assistiamo a una sanatoria che mette tutto a posto. Tutto ciò è inaccettabile, l’amministrazione a Milano non può cambiare pelle rispetto ai valori con cui è stata eletta”.

Quindi lancia un appello: “Si cambi il Pgt e a Milano si mettano in campo una nuova visione e nuove regole. Il modello Milano è finito. Sono sicuro della buona fede di tutti, ma chiamare ristrutturazione il passaggio da un manufatto di un piano a una torre di 81 metri è un obbrobrio ambientale. Queste cose vanno corrette, non sanate!”.