Urbanistica, il gip dispone i domiciliari per Tancredi e Catella. E certifica il sistema Milano. Sala: “Continuerò a lavorare per la città”

"Mercimonio della funzione pubblica e corruttela". Nell'ordinanza che ha disposto sei arresti il Gip smonta il sistema Milano

Urbanistica, il gip dispone i domiciliari per Tancredi e Catella. E certifica il sistema Milano. Sala: “Continuerò a lavorare per la città”

“Le indagini hanno disvelato l’esistenza di un consolidato sistema di corruttela e commistione tra interessi pubblici e privati, incentrato sulla figura della commissione per il paesaggio, organismo in grado di creare una concentrazione di potere e di veicolarlo verso una spartizione del territorio edificabile a vantaggio di una cerchia ristretta di professionisti e speculatori”.

È la motivazione con la quale ieri il gip, Mattia Fiorentini, ha disposto la custodia cautelare in carcere dell’imprenditore Andrea Bezziccheri, ad di Bluestone, e i domiciliari per altri cinque indagati eccellenti nell’ambito della maxi-inchiesta sull’Urbanistica, tra i quali l’ex assessore Giancarlo Tancredi e il ceo di Coima, Manfredi Catella.

“Mercimonio della funzione pubblica e corruttela”

E se gli arresti richiesti mercoledì scorso dalla procura sembravano uno tsunami per la giunta di Beppe Sala, a dare un’altra scossa alla consigliatura sono state le deduzioni del Gip. Ricostruendo l’indagine, il giudice definisce infatti “evidente che un organismo costituito e operante” come l’ex Commissione paesaggio, “che rivestiva un ruolo centrale per gli operatori interessati a costruire torri e aumentare i volumi, in quanto poteva autorizzare il superamento degli indici morfologici obliterando il piano attuativo, è un generatore di meccanismi clientelari, di conflitti di interesse e, per quanto ne consegue, di mercimonio della funzione pubblica e corruttela”.

Il sistema teorizzato dalla procura esiste eccome (per il Gip)

Un’ennesima conferma incassata dalla procura che da tempo teorizza l’esistenza di un sistema spartitorio dell’urbanistica milanese. Agli arresti ieri sono finiti anche Alessandro Scandurra, architetto e componente della stessa Commissione e Federico Pella, ex manager della J+S (entrambi ai domiciliari).

Per tutti il gip ha valutato la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato (“sussiste il concreto e attuale pericolo – anzi, la pressoché certezza – che gli indagati, laddove non sottoposti a misura cautelare, continuino ad alimentare e lucrare sul sistema illecito da loro promosso e cavalcato”). Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, sono corruzione, false attestazioni e induzione indebita.

Esclusa l’induzione

Il Gip non ha riconosciuto l’accusa di induzione indebita, reato che i pm contestano al sindaco Sala assieme a un falso e all’architetto Stefano Boeri per la vicenda del Pirellino. Tuttavia affrontando il tema delle incompatibilità fra controllori (i commissari paesaggio) e controllati (costruttori e architetti che sottopongono al vaglio della commissione i progetti) annota che i conflitti d’interesse nella commissione erano “ben noti” alla giunta e nel caso del presidente Marinoni sono stati “persino dalla stessa consapevolmente creati”.

Per il giudice tutti sapevano e facevano pressioni

Secondo il gip, inoltre, l’inchiesta dimostra che a Milano “tutti, professionisti, politici e imprenditori, erano a conoscenza del fatto che le regole edificatorie venivano abitualmente piegate per soddisfare gli interessi degli investitori”.  Il sistema era “così avviato e consolidato” che i privati “si permettono di esercitare pressioni sulle più alte cariche istituzionali” di Milano, “compreso il sindaco Sala”, per “ottenere l’approvazione di progetti milionari prospettando, altrimenti, la sospensione degli investimenti e iniziative giudiziarie”.

Il caso del contenzioso al Tar su Loreto

Tra le carte sequestrate all’allora assessore Tancredi, anche un “appunto” con la “strategia suggerita da Carlo Masseroli“, ex assessore all’urbanistica nella giunta di Letizia Moratti e manager della società Nhood Service Italy srl, per “ottenere benefici” volumetrici sul progetto “Loc” di riqualificazione di piazzale Loreto.

Nella nota, scrive il gip, si parlerebbe di “costruire ad hoc un convenzionamento” con il Comune che la società immobiliare avrebbe poi impugnato al Tar per “ottenere benefici in termini di superficie lorda”. Si sarebbe trattato di un “contenzioso amministrativo strumentale a far ottenere al privato” un “beneficio economico, ai danni dell’ente pubblico”. Un elemento “indicativo della permeabilità dell’assessore alle iniziative dei privati e dell’asservimento della pubblica funzione agli interessi economici di questi ultimi”, scrive il giudice.

Sala: “Continuerò a lavorare per Milano”

Insomma altro che tsunami. Tanto che la destra – da Lega a Forza Italia, fino a Fratelli d’Italia –  ha chiesto le immediate dimissioni del sindaco. Dal canto suo Sala ieri ha sottolineato come il Gip “non ha ritenuto sussistente l’ipotesi di induzione indebita che parrebbe essermi stata rivolta dalla Procura. Ciò, del resto, corrisponde alla mia più ferma convinzione di non avere mai posto in essere alcuna azione che abbia avuto finalità personali”.

“Rimane forte la mia attenzione per la fase delicata che sta attraversando Milano e spero che l’ex assessore Tancredi possa chiarire al più presto la sua posizione, nel massimo rispetto delle prerogative della magistratura”, ha aggiunto, “Io continuerò a lavorare per Milano, con passione e dedizione”.