Urgenza Mattarella. Il Colle vuole accelerare: nuovo Governo entro il 15 dicembre in tempo per il Consiglio Ue

Sergio Mattarella ha fissato l’orizzonte: 15 dicembre. Entro quella data il presidente della Repubblica intende sbrogliare la matassa del Governo

Sergio Mattarella ha fissato l’orizzonte: giovedì prossimo, 15 dicembre. Entro quella data – possibilmente anche prima – il presidente della Repubblica intende sbrogliare la matassa permettendo all’Italia di presentarsi con un nuovo Governo a Bruxelles, dove è in programma il Consiglio europeo. Non sarà facile, ma non è totalmente da escludere l’affidamento di un incarico già da domenica, se le indicazioni che arriveranno dai partiti faranno emergere la possibilità di dar vita ad un nuovo Esecutivo o la necessità di proseguire con quello attuale. Ieri il Capo dello Stato ha iniziato le consultazioni, ricevendo al Quirinale i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Nessuno, dopo il colloquio di circa mezzora con Mattarella, ha proferito parola. Bocche cucite, solo un rapido saluto ai giornalisti. 

Le ipotesi – Il resto degli incontri si svolgerà fra oggi e domani: ultimi ad essere ricevuti, alle 18 di sabato, saranno i capigruppo del Pd Ettore Rosato e Luigi Zanda accompagnati dal presidente del partito Matteo Orfini e dal vicesegretario Lorenzo Guerini. Come annunciato, non ci sarà Matteo Renzi, che oggi tornerà a Roma dopo la due giorni in famiglia. Le ipotesi sul tavolo restano sempre le stesse: l’incarico a uno fra Paolo GentiloniPier Carlo Padoan e Graziano Delrio (senza dimenticare Dario Franceschini, che vorrebbe portare a termine la legislatura e che si muove da padrone forte dei parlamentari che controlla), la “supplenza istituzionale” di Grasso oppure un Renzi-bis. Scenario, quest’ultimo, che non dispiacerebbe a Mattarella, ma che non trova per niente d’accordo il premier dimissionario. Il quale sa che con il reincarico finirebbe politicamente e perciò continua a rilanciare la posizione espressa durante la direzione del Pd: andare ad elezioni subito dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum o dare vita ad un Governo di responsabilità nazionale che, a larga maggioranza, arrivi addirittura fino a fine legislatura. Ovviamente senza lui alla guida.

Nuove tensioni – Idea che non piace per niente al M5S, che sull’onda della vittoria del No al referendum vorrebbe tornare alle urne quanto prima. “Non serve un Governo per fare una legge elettorale”, ha detto ieri Luigi Di Maio: “Renzi si è dimesso, resta in carica per gli affari correnti, il Parlamento mette in calendario la legge elettorale, si fa, si aspetta la sentenza della Consulta e si va a votare”. Parole arrivate nelle stesse ore in cui Beppe Grillo ribadiva la linea del Movimento: “Il nostro programma viene deciso dagli iscritti che saranno chiamati a esprimersi online” e “il candidato premier sarà un portavoce” che ne condividerà i contenuti. Anche Forza Italia alza le barricate. “Un altro Governo? Lo faccia il Pd, noi non appoggeremmo nessuno”, le parole di Maurizio Gasparri. Non proprio un segnale di distensione.