Urso nella bufera, il caso della moglie che salta la fila in aeroporto. Il ministro rivela: “Era stata minacciata”

Il ministro spiega che in data 27 ottobre 2023 è giunta al Mimit una lettera minatoria con due proiettili in cui si minacciava la moglie

Urso nella bufera, il caso della moglie che salta la fila in aeroporto. Il ministro rivela: “Era stata minacciata”

Ha fatto rumore e sollevato polemiche il video con cui Luca Zingaretti ha denunciato che la moglie di un ministro ha saltato la fila in aeroporto con la scorta. Il ministro in questione, che ha deciso di uscire allo scoperto con un’intervista a Repubblica, è Adolfo Urso. Sul quale sono piovute critiche dalle opposizioni.

Un gesto considerato dal leader dei Verdi Angelo Bonelli, come “un atto di arroganza e maleducazione”. Mentre i 5 Stelle chiedono se FdI “procederà con la stessa solerzia del 2020 quando per attaccare il presidente Conte presentò un esposto in Procura diffondendo fake news sull’uso della scorta da parte di Olivia Paladino”.

Le spiegazioni di Urso: questioni di sicurezza

“Ho accompagnato mio figlio di sette anni e mia moglie in aeroporto prima di andare al ministero. È compito della scorta la valutazione delle condizioni di sicurezza. Mi rammarico se questo possa aver recato disagio ad altri. Non è nel mio stile, come sa chi mi conosce”, ha spiegato al quotidiano romano il ministro delle Imprese e del made in Italy.

“Mia moglie è stata minacciata” ed “è compito della scorta la valutazione delle condizioni di sicurezza”, ha poi precisato Urso in una lettera al direttore di Repubblica, successiva all’Intervista.

Urso: mia moglie è stata minacciata

“Vista la rilevanza da lei attribuita al video di Zingaretti in merito al fatto che ho deciso di accompagnare mia moglie e mio figlio sino al check-in per la consegna dei bagagli, prima di recarmi al ministero, sono costretto a rivelarle che, in data 27 ottobre 2023, è giunta al Mimit una lettera minatoria con due proiettili in cui si faceva esplicito riferimento alla possibilità di colpire mia moglie, se non avessi cambiato atteggiamento in riferimento alle mie attività istituzionali sulle procedure di golden power che, come noto, sono coperte da riservatezza”, scrive, tra l’altro il ministro.

“Nello specifico, la lettera minatoria faceva riferimento a decisioni precedentemente assunte, sostenendo di conoscere luoghi di residenza e abitualmente frequentati, nonché altri inquietanti elementi che mi hanno imposto di non rendere pubblica la denuncia, che subito feci al Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma per consentire all’autorità giudiziaria di compiere i dovuti accertamenti. Anche per questo – conclude Urso – io e mia moglie abbiamo deciso di mantenere una particolare discrezione e cautela. Mi auguro che lei comprenda”.