Ursula toglie Draghi dalla naftalina. Ed esulta pure la Meloni

La presidente della Commissione Ue ha chiesto a Draghi di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea.

Ursula toglie Draghi dalla naftalina. Ed esulta pure la Meloni

E fu così che tornò Mario Draghi. L’annuncio arriva dalla voce della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Unione alla plenaria del Parlamento europeo. Von del Leyen parla di tre sfide – lavoro, inflazione e ambiente commerciale – che “arrivano in un momento in cui chiediamo anche all’industria di guidare la transizione pulita. Dobbiamo quindi guardare avanti – ha detto la politica tedesca – e stabilire come rimanere competitivi mentre lo facciamo. Per questo motivo ho chiesto a Mario Draghi di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea”.

La presidente della Commissione Ue ha chiesto a Draghi di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea

“Perché l’Europa farà whatever it takes per mantenere il suo vantaggio competitivo”, ha detto citando la famosa frase di Draghi pronunciata nel giugno 2012. Un annuncio inaspettato, che riporta l’ex-premier italiano al centro della scena a Bruxelles e su cui, ieri pomeriggio, è arrivata perfino la benedizione di Giorgia Meloni.

Un whatever it takes necessario perché “l’economia dell’Ue è in un momento particolarmente delicato e serve tutto il miglior arsenale europeo” per evitare una nuova crisi. Nel giro di pochi minuti si riaccende l’antica passione per il banchiere ex presidente del Consiglio. Scattano i renziani di Italia Viva, che su Draghi hanno montato la loro (fallimentare) ultima campagna elettorale: “Ancora una volta l’Europa si affiderà a Draghi. – dice l’eurodeputato di Italia Viva Nicola Danti, vicepresidente di Renew Europe La presidente Von der Leyen ha appena annunciato che chiederà a lui di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. Ancora una volta si conferma come il nostro, purtroppo, ex premier sia stimato e giochi un ruolo centrale nella politica europea e internazionale”.

A ruota arriva Carlo Calenda che confessa il sogno di vedere Mario Draghi “prossimo presidente del Consiglio europeo”. Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo, sente profumo di chiamata alle armi: “Dobbiamo rispondere alla chiamata della storia e agire come figli rifondatori, con più dialogo e meno polarizzazione. Ma dobbiamo anche mostrare più coraggio e procedere con determinazione per una vera riforma dell’Unione europea, attraverso una ambiziosa revisione dei trattati, per trasformare l’Ue in una vera potenza sovrana e democratica”, dice, definendo “straordinaria e lungimirante” l’idea che Draghi torni sul palcoscenico europeo.

Dal Partito Democratico esulta il deputato Piero De Luca: “È estremamente positiva la decisione di affidare a Mario Draghi il compito di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. È un motivo di orgoglio per tutti noi e uno stimolo a continuare il cammino intrapreso in questi ultimi anni per un’Europa sempre più solidale, forte e dinamica”.

Plaudono Pd e Azione, critico il M5S

Critici invece dal Movimento 5 Stelle: “Mario Draghi sicuramente grande economista, avrà un nuovo compito” per redarre un rapporto sulla competitività dell’Ue. “Mi auguro lo sappia redarre meglio rispetto a come ha redatto il decreto sugli extraprofitti delle aziende energetiche”, dice a La Notizia la capodelegazione M5S, Tiziana Beghin. Anche un acerrimo nemico delle politiche draghiane come il segretario dei Verdi Angelo Bonelli rimarca come Draghi “sia persona autorevole e rispettata, di fatto ha salvato l’euro e ha salvato molte economie” e pensa che Draghi possa fare bene “nonostante noi non abbiamo condiviso alcune politiche, a partire da quelle ambientali fatte dal suo ministro Cingolani”.

Per Mara Carfagna, presidente di Azione, “Draghi ha competenze, autorevolezza e prestigio internazionale per ricoprire qualsiasi ruolo, spero che l’Ue ne tenga conto il prossimo anno”. Squillano le trombe, il draghismo sopito tra i politici e gli editorialisti può tornare a squillare. L’uomo della salvezza è tornato, dicono in coro. E a nessuno che venga lo stimolo di andare a leggere i sondaggi del prossimo Parlamento europeo per riconnettersi con la realtà.