A due anni esatti dall’inizio delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, è cominciata il 3 febbraio con un convegno organizzato presso la sede di Rifondazione comunista dal titolo “Lavoro olimpico. Tra (in)sicurezza, precarietà e lavoro gratuito”) una settimana di mobilitazione contro l’evento organizzato da una serie di serie di realtà, associazioni e singoli, riuniti sotto la sigla del Cio -“Comitato insostenibili Olimpiadi”.
A due anni esatti dall’inizio delle Olimpiadi al via le mobilitazioni per dire No agli sprechi miliardari per opere inutili mentre si tagliano i servizi
Domani, 7 febbraio, è previsto a Milano un flash mob a cui seguirà un aperitivo presso l’Ecolab di Ecologia politica all’Università Statale. L’8 febbraio, invece, la mobilitazione raggiunge la Val Camonica: presso la Casa delle Associazioni di Darfo Boario Terme Collettivo 5.37 e Unione Sportiva Stella Rossa promuovono l’assemblea pubblica “Montagne insostenibili, la devastazione infrastrutturale delle grandi opere del turismo”. L’evento clou è in calendario per il 10 febbraio: un corteo attraverserà le strade di Milano Sud, una delle zone della città più interessate dai progetti urbanistici messi in cantiere in vista delle Olimpiadi.
In concomitanza con il corteo milanese, è prevista sia un’iniziativa pubblica in Valtellina contro la “tangenziale Sud” nel Comune di Montagna in Valtellina sia un presidio a Venezia sotto la Regione Veneto, convocato da Venice Climate Camp, Fridays for Future ed Extinction Rebellion. “Ci muoveremo da Piazzale Lodi a Piazza Gabrio Rosa, attraversando i quartieri popolari nel Sud-Est di Milano, in particolare Corvetto”, ha spiega Elio Catania, attivista del laboratorio politico Off Topic e del Cio ad Altreconomia.
Il 7 febbraio è previsto un flash mob a Milano
“Tutta la zona è investita da intense trasformazioni urbanistiche, a cominciare dai lavori in corso nell’ex scalo di Porta Romana, dove il futuro Villaggio Olimpico sta cementificando un’area pubblica divenuta negli anni uno spazio di verde spontaneo. Sempre nel quadrante Sud-Ovest stanno nascendo nuovi studentati di lusso, vecchi complessi residenziali per ceti popolari sono stati messi in vendita, come l’ex Enpam in via Sulmona 11, o abbattuti, come i caseggiati di via Barzoni. Le imminenti Olimpiadi invernali con la correlata trasformazione urbanistica dell’area stanno accelerando questi processi, rendendo sempre più realistico il rischio di espulsione degli abitanti meno abbienti della zona”.
Il Comitato Olimpiadi Insostenibili ha deciso di scendere in piazza, si legge in un comunicato, “per chiedere lo stop di opere e interventi infrastrutturali imposti e inutili, dal Villaggio Olimpico di Milano alla pista da bob Cortina (simbolo del finanziamento tossico e dell’insostenibilità da realizzarsi senza se e senza ma), i cui costi sono in continuo rialzo al pari del loro impatto ambientale” e perché i quasi 4 miliardi pubblici stanziati per le Olimpiadi vengano invece destinati “a politiche abitative pubbliche, servizi e strutture sportive accessibili a tutt* nei quartieri, rafforzamento del trasporto pubblico locale, sanità territoriale, in città come nelle aree interne”, insieme alla “messa in sicurezza dei territori in condizioni di dissesto idrogeologico”.