Vannacci spacca il Carroccio, rivolta in Friuli Venezia Giulia contro la candidatura Ue del generale

Il Friuli Venezia Giulia rompe le righe. Rivolta nel Carroccio regionale contro la candidatura Ue del generale Vannacci

Vannacci spacca il Carroccio, rivolta in Friuli Venezia Giulia contro la candidatura Ue del generale

Vannacci spacca la Lega. La candidatura Ue del generale (in tutte le circoscrizioni e da capolista nella sola circoscrizione Centro) fortemente voluta dal leader nazionale, Matteo Salvini, continua ad alimentare tensioni e polemiche nel Carroccio.

E non solo per le sue ultime sparate, a cominciare dalla proposta di classi differenziate per i disabili nelle scuole. All’interno del partito il problema che viene sollevato è soprattutto politico.

Ad uscire allo scoperto è la Lega Friuli Venezia Giulia che, come riportano i quotidiani Il Piccolo e Il Messaggero Veneto, boccia la candidatura di Roberto Vannacci schierandosi sulla stessa posizione del governatore Massimiliano Fedriga. Che ha già fatto sapere che non voterà per il generale: “Sono molto contento dei tre candidati del Friuli Venezia Giulia e sono possibili solo tre preferenze”.

Vannacci spacca la Lega: il Friuli Venezia Giulia rompe le righe

Secondo Roberto Visentin, tra i fondatori della Lega in regione sentito da Il Piccolo, “la scelta di Vannacci è coerente con la deriva di Salvini verso l’estrema destra”, parla di una Lega che va “verso posizioni che evito scrupolosamente di definire neofasciste solo perché oggi il termine è assai abusato”, pur riconoscendo che “dal punto di vista del mero consenso elettorale magari Vannacci porterà qualche punto in più, togliendolo alla Meloni”.

Gli fa eco Francesco Moro, leghista friulano della prima ora: “Adesso qual è il progetto della Lega di Salvini? Il ponte sullo stretto di Messina? Vannacci? Il fatto che Salvini accolga nel partito personaggi che con la Lega hanno zero a che fare non mi sta bene”.

Coro di No in Friuli alla candidatura di Vannacci

Rompe le righe anche Claudio Violino, altro veterano del partito: “Allontanarsi da temi come federalismo e autonomia non ha senso, così come virare a destra, passando per un doppione di Fratelli d’Italia – taglia corto -. Tra la copia e l’originale un elettore chi vota? Se Fdi e Lega dicono le stesse cose, ha più senso votare Meloni”.

Non fa sconti anche l’ex sindaco di Udine Pietro Fontanini, che invita il partito a “recuperare il Dna del movimento, autonomia e federalismo”.