Vatileaks, i misteri del corvo volano da Putin. I legami tra Mons. Balda e il confessore del leader russo. La Santa Sede teme la fuga di notizie e documenti

Caso Vatileaks, i misteri del corvo volano da Putin. I legami tra Balda e il confessore del leader russo. La Santa Sede teme la fuga di notizie e documenti

di Salvatore Lontrano

I misteri del “corvo” non si limitano a Vatileaks. C’è perfino una pista russa. Che porta a Putin. Monsignor Lucio Vallejo Balda – che adesso è sotto processo in Vaticano insieme alla pierre Francesca Chaouqui, Gianluigi Nuzzi, Emiliano Fittipaldi e Nicola Maio – si era dato al dialogo ecumenico. È infatti l’autore della prefazione al volume Santi di tutti i giorni edito da Rubbettino e scritto da un personaggio sconosciuto ai più, ma dalle frequentazioni interessanti. Si chiama Tikhon Shevkunov ed è il vescovo di Yegorevsk, uno dei più importanti esponenti della Chiesa ortodossa russa. Da almeno 16 anni costui ha un rapporto speciale con Vladimir Putin, presidente russo ed ex colonnello del Kgb. Tikhon si è messo alla ribalta nel 2000 quando ha condotto una crociata contro il codice a barre che trovate sulle scatole del supermercato, secondo lui prodotto dell’Anticristo. Poi, ha detto nel 2013 il Financial Times, un bel giorno del 1999 un allora sconosciuto ex colonnello del Kgb di nome Putin si è presentato alle porte del monastero di Sretenskij, vicino Mosca, ed ha chiesto di lui che nel frattempo era diventato l’archimandrita – cioè l’abate – del monastero.

PADRINO – Non sappiamo se i due abbiano parlato di codici a barre o dei segreti del corvo, certo è che da allora in molti dicono a Mosca che i due abbiano un rapporto speciale: di più, addirittura Tikhon sarebbe divenuto il padrino di battesimo di Putin, avendolo convertito all’ortodossia dopo anni di ateismo di stato sovietico. Dicono che sia il suo confessore e che abbia un certo ascendente sul presidente russo, ma i due sono sempre stati vaghi sul tema. In compenso, però, a Sretenskij i monaci godono di wi-fi e iPad (non stiamo scherzando, lo riferisce sempre il Financial Times) per evangelizzare il prossimo, mentre sul Monte Athos (monastero ortodosso preso come paradigma dell’austerità monacale ortodossa) a malapena hanno la corrente elettrica. E Tikhon dice che Putin sia un vero cristiano. Attenzione: Tikhon non è uno qualunque solo per questo. È anche indicato come possibile successore di Kirill, Patriarca di Mosca e tutte le Russie, capo della Chiesa ortodossa russa. È da secoli – almeno tre – che l’ortodossia e il potere politico in Russia vanno a braccetto: da Pietro il Grande all’ultimo Zar passando per la perestroika gorbacioviana e l’epoca postsovietica di Boris Eltsin di venerata memoria. E Tikhon può permettersi – nota l’agenzia Asianews dei missionari del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) di annunciare a fine ottobre 2015 gli “stretti colloqui” tra cattolicesimo ed ortodossia che potrebbero portare Papa Francesco sulla Piazza Rossa. È stato sibillino, allora: “Diciamo che è molto probabile che qualcosa di concreto verrà fuori nel prossimo futuro”.
Monsignor Balda, uomo dell’Opus Dei e ottimo amministratore di beni, che aveva dotato di computer ogni parrocchia della sua diocesi spagnola di Astorga, deve aver apprezzato il tecnologico Tikhon. Nella prefazione al volume del futuro patriarca ha scritto: “Qualcuno potrebbe obiettare che questo libro sia solo un insieme di belle storie. Nulla di più sbagliato. Posso assicurare che dopo averlo letto non sarete più la stessa persona di prima”.