Veleni e colpi bassi. Il Governo litiga, ma solo sui giornali. Da Repubblica al quotidiano del Cav. Fioccano le smentite e le figuracce

Chi si occupa di comunicazione si è facilmente accorto che in questi giorni è in corso un attacco concentrico e mirato dei media per minare fiducia e credibilità della maggioranza e per fare – in ultima analisi – perdere le staffe allo stesso presidente del Consiglio, per altro noto per la sua imperturbabilità democristiana ai limiti della saponosa indifferenza. Cominciamo con le notizie smentite come quella di ieri scodellata da Augusto Minzolini (nella foto) su Il Giornale. Il buon Augusto riporta una presunta dichiarazione di Alessandro Amitrano M5S vicino a Luigi Di Maio sul fatto che “Conte non è più insostituibile”, smentita prontamente dallo staff del ministro degli Esteri.

Del resto l’“Annale del lessico contemporaneo italiano” riportava già nel lontano 1996: “minzolinismo” viene definito “forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle affermazioni raccolte”. Poi è la volta di una fake news di Domenico Di Sanzo di Repubblica che riporta di una fantomatica lite tra il ministro Di Maio e il suo sottosegretario Manlio Di Stefano. Smentita anche questa con figuraccia interplanetaria del quotidiano romano. Questi sono episodi specifici, ben determinati, ma quella che si sta sapientemente intessendo da qualche tempo è proprio una vera e propria atmosfera ostile al governo allo scopo di far perdere il controllo a qualcuno e magari combinare qualche cavolata stellare.

Il paradigma di tutto ciò è la pressione che si sta esercitando sul premier Giuseppe Conte. Non passa giorno che quasi tutti i media non sparino ad alzo zero sul presidente del Consiglio, sempre con motivazioni fumose e quindi speciose. Una che va per la maggiore è quella che Conte dovrebbe alfine scegliere cosa vuole fare da grande e cioè prendere la tessera dei Cinque Stelle iscrivendosi a Rousseau, per legarsi finalmente le mani, in maniera da non poter più praticare la tecnica dei due forni e cioè con il Movimento e il Pd per lucrare posizione di potere personale.

Ovviamente queste vere campagne mediatiche orchestrate dai giornali conservatori coadiuvati dalla ammiraglia Mediaset hanno lo scopo di tentare in tutti i modi di provocare dissidi e malumori tra Pd, M5S, e Conte. Tutto questo con l’aiuto di una quinta colonna nella maggioranza pronta a recepire favorevolmente queste frequenze e quando vi è bonaccia ci pensa direttamente Matteo Renzi a trovare il “ricattino” del giorno per innervosire Conte e i suoi alleati.

L’azione di Renzi dentro la maggioranza di cui fa parte, coadiuvata dal fuoco di batteria continuo dei media, è in grado di provocare una “tempesta perfetta” che si potrebbe abbattere su Conte che per quanto avvisato e scaltro potrebbe commettere qualche errore, considerando anche lo stress a cui è stato sottoposto in questi mesi. L’obiettivo però è diverso, ma la strategia identica: Salvini e Meloni vogliono andare ad elezioni anticipate mentre Berlusconi e Renzi sognano qualche mistura chimica che riconduca ad un novello “patto del Nazareno”.