Vendola chiama Civati. Ma alla sinistra del Pd ci sono pure gli ex 5 Stelle che pressano per una nuova formazione politica

La prima mossa dopo l’addio di Pippo Civati al Partito democratico arriva direttamente dalle colonne del quotidiano La Repubblica. Ed è il leader di Sel, Nichi Vendola, a rompere il ghiacchio e a chiamare all’appello il fuoriuscito Dem: “Abbiamo già avviato l’allargamento ora siamo pronti a costituire gruppi nuovi sia alla Camera che al Senato”, sostiene Vendola, “Nel Paese c’è un’opposizione sociale che cresce, che non accetta la religione dell’obbedienza, la politica ridotta a marketing e ritiene sia giunto il momento di tradurre politicamente la domanda di cambiamento che ha riempito le piazze, denunciando l’insopportabilità delle scelte dell’ex Pd, che ormai è il partito della Nazione, mentre la scomparsa di quella che Bersani chiamava la “ditta” è già un fatto”.

L’ARIA NUOVA CHE TIRA
Aria effervescente quella che si respira dopo lo strappo di Civati. E di ipotesi sul tavolo ce ne sono molte. Del disegno Vendola-Civati farebbe parte anche il leader della Fiom, Maurizio Landini. Ma tra quelli che hanno accolto con tanto entusiasmo la decisione dell’ex alleato di Matteo Renzi sono gli ex Cinque Stelle già nel Gruppo Misto e che ieri hanno incontrato Civati. “Mai come in questa fase delicata per il Paese quella di Civati è una scelta di lucida consapevolezza che apre ulteriori spazi a prospettive nuove”, scrivono gli ex pentastellati Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella, Monica Casaletto, Paola De Pin, Francesco Molinari e Bartolomeo Pepe, “Una presa d’atto che ci auguriamo possa allargarsi presto a una larga parte del Pd ancora sensibile alla forte domanda d’integrazione sociale che viene dai cittadini”. La minoranza Dem aspetta ulteriori sviluppi, ma che l’idea stuzzichi lo fanno intendere le parole del deputato Pd Alfredo D’Attorre: “Nelle prossime settimane valuteremo se c’è ancora lo spazio per un confronto dentro il partito, per cercare un’alternativa. Credo che chi rimane nel Pd lo faccia coltivando questa speranza”. Renzi è avvertito. Fondamentali quindi saranno i prossimi passaggi sulla riforma costituzionale e su quella della scuola.