Venezia con l’acqua alla gola. Non vende ma svende il mattone

di Stefano Sansonetti

Alla fine si rischia una maxisvendita. Il fatto è che il comune di Venezia, guidato da Giorgio Orsoni (Pd), non riesce proprio a far cassa con i suoi immobili. E questo stato di cose diventa tanto più deleterio quanto più si avvicina la fine dell’anno. Le risorse che solo qualche mese fa la giunta era convinta di mettere in cascina, almeno 31 milioni di euro, servono come il pane per dare ossigeno al bilancio. E in tempi di vacche magre, con l’asfissiante patto di stabilità da rispettare, tutti i sindaci sanno quanto sia urgente incassare. Ma il piano di dismissioni immobiliari che Venezia aveva intenzione di perfezionare nel 2013 si sta rivelando un flop. L’ultima notizia in ordine di tempo è che il comune ha appena predisposto un “avviso pubblico di vendita di immobili a trattativa privata”. In ballo ci sono ben 14 lotti, tra cui alcuni pezzi “pregiati” come un ex convento cinquecentesco, parcheggi e aree particolarmente estese da adibire ad attività direzionali, commerciali o alberghiere. Peccato che l’attuale schema della trattativa privata sia stato scelto dopo due tentativi di asta pubblica andati a vuoto.

I precedenti
Il 28 agosto del 2013, tanto per citare un po’ di date, il capo della direzione Patrimonio e Casa del comune, Alessandra Vettori, aveva firmato un avviso d’asta pubblica per l’alienazione dei 14 compendi immobiliari di proprietà del comune. Il tutto con un’istanza di partecipazione che sarebbe dovuta arrivare entro il 10 ottobre di quest’anno. Nell’elenco dei 14 immobili, che è sempre rimasto lo stesso, quello che aveva ricevuto la valutazione più consistente è un garage di 260 posti ubicato nel pieno centro di Mestre. La base d’asta era stata fissata in 10 milioni e 760 mila euro. Subito dopo, sempre in termini di valore, c’è un area di 36 mila metri quadrati ancora in quel di Mestre, utilizzabile per svilupparci attività direzionali, commerciali o alberghiere. Ebbene, in questo caso la valutazione era stata di 10 milioni di euro tondi tondi. A seguire compare un ex complesso scolastico, sempre a Mestre, composto da tre piani fuori terra. Valutazione: 5 milioni di euro. E nell’elenco spunta fuori anche l’ex convento di S. Mattia, detto Istituto Benedetta dal Mistro, situato sull’isola di Murano. In questo complesso immobiliare, addirittura, c’è una cappella cinquecentesca e un corpo di fabbrica che, dice la relativa scheda, “è quanto resta del chiostro trecentesco”. In più un altro corpo di fabbrica “verosimilmente corrispondente a uno dei bracci del chiostro cinquecentesco”. La base d’asta, in questo caso, era di 2 milioni di euro. A completare l’elenco ci sono ex scuole ed ex fabbriche. Il tutto, come detto, per una base d’asta complessiva fissata in 31 milioni di euro (con l’aspettativa, quindi, di incassare di più).

L’inutile bis
Fallito il primo tentativo, il comune il 15 ottobre del 2013, sempre a firma di Alessandra Vettori, ha predisposto un secondo avviso d’asta, con gli stessi identici importi. In questo caso l’istanza di partecipazione sarebbe dovuta pervenire entro il 5 novembre scorso. Per carità, qualche interessamento sarà pure arrivato, ma evidentemente non tale da consentire il perfezionamento dell’operazione. E così, nei giorni scorsi, è stata presa la decisione di procedere con un trattiva privata, senza l’indicazione di nessuna cifra. Il comune si regolerà in base alle offerte, ma è chiaro che l’obiettivo di incassare 31 milioni di euro da mettere a bilancio rischia di rivelarsi un sogno. Il nuovo termine per far arrivare le manifestazioni d’interesse è stato fissato il 29 novembre.