Vergogne di Stato

di Antonio Acerbis

Verrebbe da definirla una barzelletta, se non fosse che i ritardi vergognosi del governo ricadono sulla pelle di persone inermi che altro non possono fare che attendere. Nella speranza che, prima o poi, si giunga ad una soluzione. Questo è in sintesi quello che sta accadendo con gli ormai tristemente famosi Opg (Ospedali Psichiatrici Giudiziari). Sono sei in tutto: a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Aversa (Caserta), Castiglione delle Stiviere (Mantova), Montelupo Fiorentino (Firenze), Reggio Emilia e Napoli.

REBUS
La questione va avanti ormai dal 2011. È di quell’anno infatti il decreto che prevedeva la chiusura definitiva degli Opg fissata al 31 marzo 2013: 273 milioni stanziati dal governo per la riconversione in strutture regionali (180 per la riconversione stessa, più altri 93 per il personale). Tempi insufficienti, si disse poche settimane prima della scadenza. Ed ecco allora la prima proroga al 31 marzo 2014. Ma anche questa seconda scadenza non è stata rispettata: tutto rinviato al 2017, con decreto approvato a giugno di quest’anno.

ENNESIMO RITARDO
Passano gli anni, ma i problemi restano sempre gli stessi: l’ultimo decreto infatti prevedeva la formazione di un Organismo di coordinamento per il superamento degli Opg. Il tutto entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge. Ebbene, soltanto ieri sono arrivate le nomine. Con oltre due mesi di ritardo. E intanto – ecco l’assurdo – il numero dei detenuti negli Opg sale: solo pochi mesi fa era sceso sotto i 900. Ora sono 1085. Reclusi in “luoghi di tortura”, come li definì tempo fa Amnesty International.