Verso il Consiglio Ue: dalle piazze pro Gaza ai centri in Albania, con Meloni l’Aula diventa un ring

Le opposizioni non trovano l'intesa su una risoluzione unitaria. Tutti d'accordo sulla Palestina, meno sul sostegno a Kiev

Verso il Consiglio Ue: dalle piazze pro Gaza ai centri in Albania, con Meloni l’Aula diventa un ring

Nessuna sorpresa arriva dalle comunicazioni di Giorgia Meloni in Parlamento in occasione del Consiglio europeo di giovedì e venerdì.  Pieno sostegno all’Ucraina, fatta eccezione per l’invio di soldati a Kiev, inno al riarmo, riconoscimento dello Stato di Palestina solo senza Hamas, invettive contro le piazze per Gaza e solita tirata d’orecchie all’Europa. Mentre le opposizioni ancora una volta procedono in ordine sparso e non sono in grado di mettersi d’accordo su una risoluzione unitaria.

Inno al riarmo

Mentre difende la bontà del ricorso ai prestiti del fondo Ue Safe per il riarmo – parliamo di quasi 15 miliardi di euro – la premier auspica l’apertura di un dibattito “per rendere permanente la flessibilità sul patto di stabilità e crescita” per gli investimenti in difesa.

Sull’Ucraina “la nostra posizione non cambia”, dice Meloni. “Il nostro sostegno al popolo ucraino rimane determinato nell’unico intento di arrivare alla pace”, aggiunge. Anche se “l’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di soldati nel territorio ucraino”.

“Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato. Sono queste le precondizioni necessarie anche per il riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina, come anche da indicazione di questo Parlamento”, spiega Meloni. Che scredita tutte le manifestazioni di solidarietà a favore di Gaza che hanno riempito le piazze nel Paese. Il nostro “sforzo” per Gaza, “unico tra le nazioni occidentali fa giustizia delle troppe polemiche e menzogne ascoltate in questi mesi. E sono orgogliosa di rappresentare una nazione in cui la maggioranza dei cittadini sa ancora distinguere fra il cinismo sbandierato a favore di telecamere e la solidarietà vera e silenziosa”, accusa.

Lo scontro col M5S

La senatrice pentastellata Alessandra Maiorino non ci sta. “L’ho sentita elogiare ogni capriccio di Trump, cosa pensa del video che il presidente Trump ha postato sul suo social? In cui con una corona in testa vola su un aereo da guerra scaricando letame sulle piazze che manifestano dissenso… Capisco che abbia difficoltà a dire due parole su questo. Con le piazze italiane non siete stati da meno, le avete definite oggi piazze dell’odio, milione di persone in piazza solo per chiedere umanità. Anche oggi abbiamo dovuto vederla nelle vesti di cheerleader nei confronti di un presidente di un altro paese”.

Il leader del M5S, Giuseppe Conte, invece ha dedicato alla premier, che si vanta in questi giorni dei tre anni di governo, il libro “Governo Meloni: 3 anni di tasse”.  “Noi abbiamo confezionato per lei il libro dei record, lei ha stabilito il record delle tasse, aumentate come non mai”, ha detto Conte. “Ora glielo consegno, un attimo solo”, ha detto rivolto a Meloni.

E puntuali arrivano le accuse della premier a Bruxelles. “L”Europa in questi anni non ha fatto spesso la sua parte. Questo ci pone oggi in una situazione di debolezza”, argomenta la premier. Come non possono mancare nel suo menu le accuse ai magistrati. “Rivendico la scelta dei centri in Albania, vedremo se alla fine funzioneranno però una domanda la voglio fare: non vi sembra bizzarro che nella proposta della Commissione Ue di una lista europea di Paesi sicuri ci siano tutte le nazioni da cui arrivano i migranti per i quali i giudici italiani non hanno convalidato il trasferimento in Albania. Chi ha torto o ragione? È l’Europa diventata xenofoba o sono alcuni giudici italiani che fanno scelte dettate da ragioni ideologiche?”, chiede Meloni.

Opposizioni in ordine sparso

Passa ovviamente solo la risoluzione di maggioranza e con richiesta di modifiche quella di Azione. Nulla da fare per le altre di Pd, M5S, Avs e Italia viva. Se Pd, Cinque Stelle e Avs sono d’accordo nel riconoscere senza indugio lo Stato di Palestina è su Kiev che prendono posizioni diverse. Sull’Ucraina, i dem chiedono di “continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie”.

Riguardo alle armi, il M5S ribadisce la necessità di “interrompere immediatamente la fornitura di materiali d’armamento alle autorità governative ucraine, implementando allo stesso tempo le misure di sostegno umanitario e gli aiuti alla popolazione civile”.

La richiesta di Avs è di “costruire le condizioni per una conferenza multilaterale per la pace in Ucraina” e di “prospettare la fine della fornitura nazionale di equipaggiamento militare all’Ucraina e a sollevare in Consiglio europeo la necessità di interrompere anche ricorso all’European peace facility a questo fine”.