Via libera al nuovo Senato. Ma vediamo cosa cambia e quali saranno le funzioni dei componenti di Palazzo Madama

Ora vediamo cosa cambia con il nuovo Senato approvato ieri dal Parlamento.

  • La riforma segna la fine del bicameralismo paritario. Camera e Senato avranno composizione e funzioni diverse. La Camera, con 630 deputati, rappresenta la Nazione ed è titolare del rapporto di fiducia con il Governo. Ha funzione di indirizzo politico e di controllo sull’attività del Governo. Il nuovo Senato sarà composto da 100 persone: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 componenti di nomina del presidente della Repubblica. Il mandato dei nuovi senatori sarà pari a quella degli organi delle istituzioni del territorio in cui sono stati eletti. Conservano l’immunità parlamentare e non non ricevono indennità parlamentari.
  • Le leggi che restano bicamerali saranno quelle di rango costituzionale, il referendum, la legge elettorale, i trattati con l’Unione europea. Le altre leggi sono esaminate e approvate dalla Camera dei deputati che le trasmette al Senato che potrà esaminarle se entro dieci giorni, lo domanda un terzo dei suoi componenti. Palazzo Madama potrà, a maggioranza assoluta, entro 30 giorni successivi, proporre modifiche del testo. Ma è sempre la Camera che sarà chiamata a pronunciarsi in via definitiva. Per bocciarle serve la maggioranza assoluta dei componenti
  • Per eleggere il presidente della Repubblica il quorum, per le prime tre votazioni, sarà dei 2/3 dei componenti l’assemblea. Dalla quarta votazione serviranno i 3/5. Per la sostituzione ad interim del Capo dello Stato ci sarà il presidente della Camera e non più quello del Senato.
  • Il Senato eleggerà due giudici della Corte Costituzionale, la Camera tre.
  • Vengono redistribuite le materie di competenza statale e regionale. Stop alla legislazione concorrente Stato-Regioni.
  • Per le leggi di iniziativa popolare sarà necessario raccogliere 150 mila firme e non più 50 mila. Con la riforma, però, saranno previsti tempi certi per la pronuncia della Camera, cosa oggi non prevista affatto.
  • Nella Costituzione modificata entrano i referendum di indirizzo e propositivi. Ma prima dovranno essere approvate con legge le modalità di attuazione.
  • Decretare lo Stato di guerra spetterà alla Camera a maggioranza assoluta.
  • Abolizione per il Cnel ed eliminato in Costituzione ogni riferimento alle Province che quindi, finalmente, dovrebbero sparire sul serio.
  • Sulla legge elettorale ci sarà sempre un giudizio preventivo da parte della Consulta, ma dovrà esserci  “entro dieci giorni” dall’approvazione della legge da “almeno un quarto dei componenti della Camera dei deputati o un terzo dei componenti del Senato della Repubblica”. La Corte costituzionale si pronuncia entro il termine di trenta giorni.