Vietato parlare di Russiagate. Ricorso della Lega all’Agcom per imbavagliare Report. L’obiettivo è bloccare la messa in onda della seconda puntata dell’inchiesta sui legami con Mosca

Ancora la Rai nel mirino. Non si placa l’ira funesta del centrodestra per la puntata di Report dedicata all’affaire Savoini/Russiagate e per l’intervista senza contraddittorio nel corso dello Speciale Tg1 al premier Giuseppe Conte. E nelle stesse ore in cui Matteo Salvini, ospite a Radio1, col consueto linguaggio colorito mostrava totale disinteresse per i due episodi, in particolare per la trasmissione di Rai Tre (“Se Report ha violato la par condicio? Ma no, ma chissenefrega, facciano quello che credono. Io ho guardato Checco Zalone”), i suoi presentavano un esposto all’AgCom. Dopo aver sollevato la questione in Cda Rai, conclusasi con un nulla di fatto e aver investito della questione la Commissione di Vigilanza Rai, si sono rivolti pure al Garante: “La maggioranza giallorossa mette il bavaglio alla commissione di Vigilanza Rai e blocca la nostra proposta di risoluzione sull’intervista truffa a Conte, che ha palesemente violato l’articolo 4 della par condicio delle Regionali umbre” hanno lamentato i parlamentari di Lega, FI e FdI componenti della commissione Vigilanza Rai.

“Un’intervista, senza alcun contraddittorio, biecamente mascherata dietro al titolo ‘La guerra di Erdogan’, un inganno vergognoso servito agli italiani in prima serata, con un cambio di palinsesto repentino, motivato da comunicazioni urgenti che non sono però arrivate”. E ancora: “La risoluzione chiedeva di ristabilire l’equilibrio informativo, un atto di banale democrazia: la maggioranza Pd-5 stelle in pieno delirio antidemocratico, invece, ha addirittura vietato che si discutesse e si arrivasse al voto forse per paura di un clamoroso naufragio. Abbiamo presentato un esposto all’Agcom in cui segnaliamo anche le gravissime violazioni durante l’ultima puntata di Report, in cui sono state riportate notizie false, diffamatorie, che hanno calpestato il diritto di presunzione di innocenza previsto dalla nostra Costituzione”.

Fermo restando che le querele si presentano all’autorità giudiziaria e non al Garante per le comunicazioni, che è investito di altri compiti, completamente diversa la versione di Italia Viva. “Il centrodestra che parla di bavaglio evidentemente ha partecipato a un’altra riunione e non a quella cui tutti abbiamo preso parte in Vigilanza”, ha detto il deputato Michele Anzaldi. “Io stesso ho chiesto più volte ai colleghi dell’opposizione di firmare tutti insieme una lettera all’Agcom, come proposto dal presidente Barachini e come accettato anche dagli altri gruppi di maggioranza, dove inserire le segnalazioni di tutti gli episodi che hanno danneggiato l’informazione e il pluralismo in Rai nelle ultime settimane.

Una lettera che di fatto sarebbe diventata un esposto all’unanimità della Vigilanza per chiedere un’istruttoria sull’informazione Rai, sulla quale già pende il procedimento Agcom con rischio di multa da 72 milioni di euro. Un’iniziativa ben più efficace dell’inutile risoluzione”. E ha concluso: “Se davvero Salvini si ritiene danneggiato da Report perché non chiede di essere intervistato da Sigfrido Ranucci?”. Caustico il commento di Francesca Flati, capogruppo M5S in Vigilanza Rai: “Non accettiamo lezioni sul pluralismo da chi, con Berlusconi al governo, tra editti e lottizzazioni è spesso passato sopra all’idea di libertà di stampa”.