Vilipendio a Cinque Stelle

di Vittorio Pezzuto

Forse al deputato grillino Girgis Sorial, un ragazzotto bresciano di origini egiziane estratto dalla lotteria delle ‘parlamentarie’, è sembrato il modo più sbrigativo per uscire finalmente dal cono d’ombra: riferendosi al decreto legge Imu-Bankitalia e ai tempi contingentati per la sua approvazione, ha spiegato che l’impeachment nei confronti del capo dello Stato «è una cosa che vedrete presto perché il boia Napolitano sta avallando una serie di azioni per cucire la bocca all’opposizione e tagliarci la testa. Ha messo una tagliola sulle opposizioni». Sì, avete capito bene: boia. E faceva una certa impressione constatare l’afasia e l’indifferenza con le quali questa parola è stata accolta da chi gli sedeva accanto in conferenza stampa. A riprova che non di imperdonabile svarione si è trattato ma piuttosto di un giudizio condiviso da tutto il suo gruppo. Non a caso è rimasto in silenzio anche lo stesso Beppe Grillo, nonostante le critiche espresse in Rete da molti simpatizzanti del Movimento. Sorial si è così guadagnato l’home page di tutti i siti e una fuggevole celebrità di giornata.
Le maggiori cariche politiche e istituzionali hanno utilizzato Twitter per censurarlo senza riserve: «L’indegno attacco M5s a Napolitano è punto di non ritorno di deriva estremista inaccettabile per chiunque pratichi i principi democratici» (Enrico Letta); «Insulti inaccettabili e volgari, estranei ad un confronto civile» (Laura Boldrini); «Non possiamo accettare un linguaggio della politica così volgare e violento» (Pietro Grasso). Va detto che lo sdegno politico è stato unanime (in diversi hanno chiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria per vilipendio al Capo dello Stato), anche da parte di chi non ha mai esitato a criticare Re Giorgio per la sua debordante interpretazione dei compiti e dei poteri affidatigli dalla Costituzione. Tanto che in serata molti deputati hanno lasciato polemicamente l’emiciclo di Montecitorio rifiutandosi di ascoltare un intervento dello stesso Sorial.

L’invito di Matteo Renzi
Dopo aver definito quell’espressione «un atteggiamento insopportabile e una forma di stupidità, prima ancora che di violenza verbale, che non ha eguali nella storia repubblicana», Matteo Renzi ha peraltro rivolto un «appello ai (tanti) deputati e senatori per bene del movimento di Grillo. Non permettete che i toni assurdi di una parte dei vostri colleghi squalifichino il vostro lavoro. Che vi taglino fuori dalle riforme, come pure sta accadendo. Che vi impediscano di lavorare per il bene dell’Italia. Per uno che urla e sbraita, ci sono cinque, sette, dieci che in silenzio lavorano, e spesso lavorano bene. Perché continuare a tenere il Movimento 5 Stelle ostaggio di chi insulta e non provare finalmente a cambiare le cose?». Un invito che è stato raccolto soltanto dal senatore Lorenzo Battista, per il quale «a prescindere delle opinioni politiche, non avere rispetto delle istituzioni, comprese le alte cariche dello Stato, per fare uno ‘strillo’ e avere la prima pagina, vuol dire coprire i pochi contenuti». Tutti gli altri parlamentari grillini hanno invece optato per un farisaico silenzio oppure per la difesa a oltranza del collega. «Di cosa dovrebbe scusarsi Girgis Sorial?» ha chiesto polemicamente il deputato Manlio Di Stefano. «Vi è parso eccessivo definire Re Giorgio Napolitano un boia? Beh vediamo di ragionarci su… Facendo mente locale, il Re ha ucciso: la democrazia, la Costituzione, il popolo italiano, la giustizia. Se boia vi sembra eccessivo allora trovate voi un aggettivo che racchiuda tutti questi crimini contro il popolo italiano». Frasi in libertà, dal tono sguaiato. Alessandro Di Battista ha quantomeno provato a rivendicare una linea politica intransigente e alternativa all’operato di tutti gli altri partiti: «Critichiamo il Capo dello Stato (rispettandone l’istituzione) perché lo riteniamo uno dei maggiori artefici dei disastri italiani. Siamo pronti per governare, abbiamo tutte le carte in regola per cambiare radicalmente e definitivamente l’Italia».

Sindrome del ghetto
Sarà pure, ma quanto è accaduto fa piuttosto scadere il Movimento 5 Stelle a un coacervo imprevedibile di cittadini malmostosi e intolleranti, troppo sicuri di essere sempre dalla parte giusta della barricata. Ed è un peccato, visto che dopo un lungo e travagliato percorso di apprendistato istituzionale, negli ultimi tempi gli eterodiretti parlamentari grillini hanno comunque dimostrato di poter dare filo da torcere ai loro avversari. Purtroppo in loro alla fine prevalgono sempre la logica del ghetto e il rifiuto a ogni confronto sereno, amplificati dalla ripetuta tendenza all’assemblearismo internettiano. Molti di loro potranno dirsi soddisfatti che grazie al cittadino Sorial è stata sventata l’eventualità che Forza Italia e Lega decidano di sostenere coi loro voti ‘infetti’ la mozione di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica. Ma è appunto questa vocazione alla sconfitta solitaria che preoccupa: non succede mai che a vincere il campionato sia chi ritiene di essere un fuoriclasse ma rifiuta di giocare la partita, preferendo gridare dagli spalti «Arbitro cornuto!!» con la furia di un ossesso.