Prima o poi doveva accadere. L’iper attivismo del neo ministro dell’Interno Matteo Salvini non poteva passare inosservato. Soprattutto a chi lo ha preceduto. Così, tra una chiacchiera e l’altra a Radio Capital, l’ex titolare del Viminale Marco Minniti consiglio al suo successore di lavorare di più e di pensare meno alle uscite private (òeggasi comizi): “Sia io che Roberto Maroni gli abbiamo consigliato di stare più tempo al Viminale. Il ministro dell’Interno è espressione di una maggioranza politica ma nell’immaginario collettivo ha una vocazione terza”, dice il deputato Pd. “Se uno fa un comizio al giorno – conclude l’esponente dem – magari prende qualche voto in più ma rischia di perdere credibilità'”. Per tenere fede alla sua fama, intanto ieri sera Salvini era tra gli oltre mille invitati del ricevimento a villa Abamelek, a Roma, in occasione della Festa nazionale russa. Il ministro, accompagnato anche dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal collega degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, ha ribadito, e rilanciato, i suoi propositi di svolta nei rapporti con Mosca: “E’ fondamentale lavorare, avere scambi culturali, scambi economici” con Mosca, “quindi porteremo in tutte le sedi la richiesta di tornare ad avere relazioni amichevoli con laFederazione Russa, perché non penso che rappresenti alcun tipo di pericolo”.