Visibilia sull’orlo del crac. L’ispezione del Tribunale inguaia la Santanchè

Depositata la relazione del Tribunale di Milano. Il possibile fallimento della società Visibilia può portare al processo per bancarotta.

Visibilia sull’orlo del crac. L’ispezione del Tribunale inguaia la Santanchè

Chissà se l’iniziativa del governo per “incentivare gli italiani ad andare al ristorante anche quando ci sono famiglie numerose”, era rivolta pure a quelle dei suoi ex dipendenti lasciati senza Tfr. Di certo, alla ministra Daniela Santanchè, il pranzo di ieri deve essere andato decisamente di traverso quando, dopo quasi 4 mesi di lavoro, la commercialista Daniela Maria Ausilia Ortelli ha depositato la relazione al termine dell’ispezione su Visibilia Editore, disposta dal Tribunale civile di Milano nella causa intentata da un gruppo di soci di minoranza. Proprio nelle stesse ore in cui la titolare del Turismo presenziava alla presentazione dell’accordo con il settore della ristorazione al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Depositata la relazione del Tribunale di Milano. Il possibile fallimento della società Visibilia Editore può portare al processo per bancarotta

“Il vincolo di destinazione sugli immobili della dott.ssa Garnero Santanchè, piuttosto che costituire una garanzia per Visibilia Editrice, in realtà l’ha ridotta”, si legge nella relazione di 26 pagine del documento che passa in rassegna anche i debiti infragruppo della galassia Visibilia, di cui la ministra è stata presidente fino al gennaio 2022. Con particolare riferimento all’accollo dei debiti da parte della senatrice Fdi, che ha messo a garanzia la sua casa milanese (valore, circa 6 milioni di euro).

Ed è qui, che secondo la consulente del Tribunale, nascerebbe l’intoppo. Perché in caso di “omologa dell’accordo di ristrutturazione di Visibilia srl in liquidazione (una delle società del gruppo, ndr), che è sub judice”, scrive la commercialista, “il vincolo di destinazione sugli immobili” di Santanchè, “giacché trascritto a beneficio della procedura concorsuale di Visibilia srl” sarà “opponibile anche a Visibilia Editrice”, di cui Visibilia Editore è la holding. Risultato: Il vincolo di destinazione sugli immobili della dott.ssa Garnero Santanchè, piuttosto che costituire una garanzia per Visibilia Editrice, in realtà l’ha ridotta”.

Quanto al quesito relativo al “rispetto del piano di rientro da parte delle debitrici Visibilia Concessionaria srl e di Visibilia srl in liquidazione”, esso è stato, “sino al 31.12.2023, rispettato” e “in caso di omologa dell’accordo di ristrutturazione di Visibilia srl”, su cui manca ancora la validazione del Tribunale, “unico debitore di Visibilia Editrice”, al posto della srl, “diventerà la dott.ssa Garnero Santanchè personalmente”.

Ma non è tutto. Il bilancio al 31 dicembre 2022 e la relazione semestrale al 30 giugno 2023 “non risultano correttamente” predisposti e “gli assetti organizzativi, contabili e amministrativi appaiono inadeguati”, si legge ancora nella relazione. Gli accertamenti ispettivi hanno inoltre permesso di appurare che “non vi sono ragioni per discostarsi” dai dubbi sulla “continuità” già sollevati dai revisori relativamente al bilancio al 31 dicembre 2021. Ergo: “Gli assetti organizzativi, contabili e amministrativi appaiono inadeguati”. E non finisce qui.

“Il business plan 2023-2025 predisposto da Epyone è stato rinunciato a seguito del mancato avvio delle attività necessaria alla sua implementazione da parte di Sif”, azionista di maggioranza e società guidata da Luca Ruffino, che lo scorso autunno si è sfilata dal progetto di risanamento. Ruffino – morto suicida lo scorso agosto – era pure ex presidente della stessa Visibilia Editore. Per questo Visibilia Editore holding che ha in pancia Visibilia Editrice, ha fatto ricorso alla “composizione negoziata della crisi (manovra di gruppo) allegando un business plan basato sulla sola attività editoriale e supportato da un necessario apporto dei soci”. La relazione sarà discussa in aula il 22 febbraio. E nello scenario peggiore, tanto per i vecchi che per i nuovi amministratori, gli esiti dell’ispezione potrebbero portare al commissariamento della società e al fallimento. Con tutti i relativi profili penali (la bancarotta) annessi.