Volano gli stracci tra Renzi ed Emiliano. Ora il governatore pugliese è il vero competitor del premier nel Pd

Da una parte Matteo Renzi, dall'altra il governatore pugliese Michele Emiliano, ormai percepito dal segretario dem come una minaccia alla sua leadership

Una questione meridionale per Matteo Renzi.  E non solo per i problemi del Mezzogiorno. Ma perché i nemici vengono dalla Puglia. Il segretario del Pd ha attaccato esplicitamente Michele Emiliano, leader pugliese del partito. E non ha esitato ad addebitargli un brutto risultato alle comunali di giugno in Puglia. L’altro nemico è il “solito” Massimo D’Alema, romano di nascita ma che a Gallipoli (Lecce) ha costruito  un feudo elettorale. Insomma, più che i leader della minoranza dem, Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo e Roberto Speranza, gli avversari veri sono altri. Ma per quale motivo? Il Rottamatore è consapevole di un dato: Emiliano è in grado di conquistare voti, come ha dimostrato alle Regionali. Rispetto agli esponenti della sinistra, quindi, ha il valore aggiunto del consenso. E non solo. Il presidente della Regione Puglia è molto radicato in quel sud, che si sta rivelando un tallone d’Achille per la macchina di potere renziana. Il riferimento a D’Alema, equiparato al conte Ugolino che divora leader della sinistra, era invece scontato dopo gli attacchi lanciati dall’ex ministro degli Esteri. Eppure, se il rapporto con D’Alema è stato sempre astioso, Renzi ed Emiliano sono stati buoni alleati. L’ex sindaco di Bari ha infatti sostenuto la candidatura alle primarie del Rottamatore. Ma l’idillio si è spezzato: al presidente pugliese non è stata perdonata una severa critica avanzata sulla riforma della scuola. Da allora la collaborazione si è trasformata in ostilità. E lo stesso Emiliano non ha mai nascosto di aver avuto difficoltà anche nell’intrattenere un dialogo istituzionale con Palazzo Chigi.  Nello scorso maggio, però, c’è stata la “tregua del panzerotto”: la coppia Matteo&Michele ha mangiato la tipica pietanza pugliese al termine dell’incontro sugli interventi da fare in Puglia nell’ambito del rilancio del Mezzogiorno. Pace fatta? Macché. Appena digerito il panzerotto è tornato il gelo. Il problema è sorto in particolare dopo il risultato delle comunali che ha fatto scattare l’allarme nella minoranza. E – raccontano fonti ben informate – Emiliano è stato molto a cercare una linea comune a sinistra del Pd per chiedere una correzione di rotta. “La direzione del partito  servirà per prendere atto se Renzi vuole cambiare completamente rotta come saggiamente gli consiglia Prodi oppure se non vuole farsi aiutare non c’è nulla da fare”, aveva dichiarato il governatore prima dell’incontro. Una conferma del suo impegno a cambiare.

BORDATE – E mentre Renzi scende al sud per individuare i nemici, alla direzione dem il duro affondo è partito da Cuperlo. “Matteo, tu hai detto a Beppe Grillo di uscire dal blog. Ora, con grande modestia, ti dico esci tu dal talent di un’Italia patinata e scopri e l’umiltà non solo nei toni”. E l’ex candidato alle primarie si è lanciato in una profezia: “Senza una svolta, condurrai la sinistra a una sconfitta storica. Oggi tu sei visto come un avversario da una parte della destra, ed è bene così, ma anche da una parte della sinistra e questo è un dramma”. E Speranza ha fatto anche di più: ha proposto un documento in cui “si impegna a promuovere la massima partecipazione popolare all’appuntamento. Si impegna ad offrire piena cittadinanza nel Pd anche a chi sostiene le ragioni del ‘no’ nel pieno rispetto della libertà di orientamento personale in materia costituzionale”. Ma per Renzi questo non è un problema. Perché quello arriva dalla Puglia.