Detenuto in Egitto senza un perché. Zaki si fa vivo con una lettera: “Combatterò finché non tornerò a Bologna”

Zaki torna a farsi sentire con una lettera: "Combatterò finché non tornerò a Bologna". Ma il ragazzo non vede la fine dell'incubo

Detenuto in Egitto senza un perché. Zaki si fa vivo con una lettera: “Combatterò finché non tornerò a Bologna”

“Combatterò finché non tornerò a studiare a Bologna”. Lo scrive Patrick Zaki in una lettera alla fidanzata resa nota dalla pagina social Patrick Libero. A consegnare la missiva, la famiglia che l’ha ricevuta durante l’ultima visita nel carcere in cui il ragazzo è detenuto dal febbraio 2020. “So che nei nostri sogni più sfrenati non avremmo mai potuto immaginare questo scenario” si legge nel testo. “Da quando sono partito per Bologna abbiamo fatto così tanti progetti, il primo dei quali è che tu venga a trovarmi lì e giriamo l’Italia insieme” continua Zaki che racconta come “mi rende estremamente triste il fatto che non posso vedere questo accadere presto, dato che la mia situazione sta peggiorando di giorno in giorno”.

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“La mia indagine è ripresa, il che potrebbe significare che un giorno andrò in tribunale e avrò un processo e questo è molto peggio di quanto mi aspettassi”, scrive ancora lo studente dell’Università di Bologna. “Dopo un anno e mezzo, non potevo fare a meno di pensare che avrò presto la mia libertà, ma ora è chiaro che non accadrà presto. So che siete stati pazienti e avete sopportato l’insopportabile, mi scuso sinceramente per questo. Infine, vorrei congratularmi con tutti coloro che sono stati lasciati andare di recente, ma non sono affatto ottimista sulla mia situazione”, conclude.

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