Zelensky apre al cessate il fuoco e Putin risponde facendo avanzare le truppe in Ucraina

Zelensky apre al cessate il fuoco e Putin risponde facendo avanzare le truppe in Ucraina, conquistando interamente la regione di Luhansk

Zelensky apre al cessate il fuoco e Putin risponde facendo avanzare le truppe in Ucraina

Stai a vedere che l’amministrazione americana di Donald Trump ha finalmente capito che se si combatte in Ucraina è per la volontà di Vladimir Putin, desideroso di strappare quanto più territorio possibile a Volodymyr Zelensky. A dirlo in modo chiaro e netto è il rappresentante speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina, Keith Kellogg, che si è detto convinto che “la Russia sta bloccando i negoziati di pace”.

Una dichiarazione che ha sorpreso il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale si è affrettato a smentire: “Naturalmente, siamo interessati al raggiungimento degli obiettivi dell’operazione militare speciale con metodi politici e diplomatici fin dall’inizio. Quindi, non abbiamo alcun interesse a bloccare nulla”. “Obiettivamente, è difficile parlare della possibilità di un’accelerazione significativa (delle trattative, ndr), e nessuno sta bloccando o ritardando i lavori per l’attuazione degli accordi”, ha aggiunto Peskov.

Peccato che, ad oggi, nonostante Zelensky si sia più volte detto disponibile, non sia stato ancora confermato né il luogo né la data di un nuovo round negoziale. Cosa ancor più grave, secondo un’analisi dell’AFP, è evidente che la Russia, in questo momento, non stia cercando alcuna tregua ma, al contrario, stia incrementando significativamente le operazioni militari, al punto che, nel mese appena concluso, si è registrata “la più grande avanzata dell’esercito russo” dal novembre scorso.

Ma non è tutto. Sempre secondo l’AFP, l’offensiva – e le conseguenti conquiste territoriali – sta accelerando per il terzo mese consecutivo, come certificato dai dati forniti dall’Institute for the Study of War (ISW), con sede negli Stati Uniti. Secondo l’ISW, le truppe di Mosca hanno conquistato 588 km² di territorio ucraino a giugno, dopo i 507 km² di maggio, i 379 km² di aprile e i 240 km² di marzo.

Zelensky apre al cessate il fuoco e Putin risponde facendo avanzare le truppe in Ucraina

Che le cose stiano così appare chiaro anche dalle dichiarazioni del ministero della Difesa russo, secondo cui, dopo tre anni di guerra, è stata ultimata la conquista integrale del Luhansk, una delle quattro regioni che la Russia ha illegalmente annesso all’Ucraina nel settembre 2022. Di pari passo prosegue l’avanzata lungo tutta la linea del fronte, in attesa dell’inizio della maxi offensiva su Sumy, con oltre 50 mila unità di Mosca pronte all’invasione. Le truppe del Cremlino hanno preso il controllo di Dachne, il primo villaggio nella regione ucraina centro-orientale di Dnipropetrovsk.

Ma non è tutto. Nel corso delle stesse operazioni militari, l’esercito di Putin ha scoperto un presunto deposito di bombe artigianali per droni nel Donetsk, apparentemente gestito dalle Forze Armate ucraine, contenenti cloropicrina, un agente chimico proibito. “Il Servizio di Sicurezza Federale russo, insieme al Ministero della Difesa, ha scoperto un deposito (…) contenente ordigni esplosivi improvvisati (…) caricati con esplosivo al plastico e con il veleno da combattimento cloropicrina, il cui uso come mezzo di guerra è vietato dalla Convenzione Internazionale sulla Proibizione delle Armi Chimiche”, ha dichiarato l’FSB in una nota, chiedendo alle Nazioni Unite di condannare “il regime di Kiev” per l’uso di armi proibite.

LA REAZIONE DI KIEV

Dal canto suo, l’esercito di Zelensky non è rimasto a guardare e ha lanciato un imponente attacco con droni, colpendo e distruggendo una fabbrica di armi a Izhevsk, in Russia. Un’operazione che Alexander Brechalov, il capo della Repubblica di Udmurtia – di cui Izhevsk è la capitale – non ha esitato a definire “illegale”, e in cui sarebbero morte almeno tre persone, con altri 35 feriti.

Accuse a cui hanno risposto le autorità ucraine, secondo cui l’attacco – avvenuto a oltre mille chilometri dal confine – è perfettamente legale e ha preso di mira una fabbrica di droni in cui operano esclusivamente militari.

“Ogni operazione speciale di questo tipo riduce il potenziale offensivo del nemico, interrompe le catene di produzione militare e dimostra che, anche nelle retrovie russe, non esistono zone sicure per le sue infrastrutture militari” è quanto fanno sapere dai Servizi di sicurezza dell’Ucraina, secondo cui Mosca, se non accetterà di concludere la guerra, dovrà presto abituarsi a subire simili attacchi.