Zingaretti fa il primo passo. Avanza l’intesa tra Cinque Stelle e Dem. Di Maio stacca il telefono, difficile tornare con la Lega. Nuovo contratto di Governo sul tavolo tra M5S e Pd

Come nel gioco dell’oca si torna indietro di parecchie caselle. La crisi di governo innescata da Matteo Salvini e poi a lui sfuggita di mano riporta al 4 marzo 2018, quando tutte le ipotesi erano possibili sia per formare un esecutivo che per tornare alle urne. Tra le varie ipotesi anche ieri quella sempre più probabile continua però ad apparire quella dell’accordo tra Movimento 5 Stelle e Pd per un governo di legislatura.

Sempre più in difficoltà, il Capitano ha provato a ritrovare un’intesa con i pentastellati, diventati in questi giorni i suoi principali oppositori. Dopo le schermaglie con lo stesso premier Giuseppe Conte sullo sbarco dei migranti soccorsi dalla nave Open Arms, il leader della Lega che aveva assicurato di voler staccare la spina all’esecutivo gialloverde e di non vedere altra strada rispetto a quella di un ritorno alle urne, dopo aver già fatto in Senato un passo indietro dicendosi pronto a votare il taglio dei parlamentari, ha dichiarato di non aver chiuso alcuna porta ai 5 Stelle e di essere pronto a discutere per andare avanti.

Sulla stessa linea il sottosegretario Claudio Durigon: “Vediamo nei prossimi giorni”. Dal Movimento 5 Stelle non traspare però alcuna volontà di tornare a sedersi a Palazzo Chigi insieme a un alleato che i pentastellati ormai definiscono solo un traditore. Luigi Di Maio batte sul taglio dei parlamentari e continua a chiedere le dimissioni di Salvini e dei ministri leghisti. “Aspettiamo le forze politiche il 20 agosto in Aula. Chi sfiducerà Conte – afferma il leader del Movimento 5 Stelle – lo farà per evitare che si voti il taglio dei parlamentari. Questa è la realtà”.

IL FUTURO. Molto ovviamente dipenderà da cosa dirà al Senato il prossimo 20 agosto il premier Giuseppe Conte e cosa dopo quell’intervento farà lo stesso presidente del consiglio, oltre a quello che faranno a quel punto le diverse forze politiche. L’intesa tra M5S e Pd per formare un nuovo esecutivo destinato ad arrivare alla fine della legislatura appare però sempre più concreta. Il cauto esponente dem Graziano Delrio è arrivato a rilanciare l’idea del contratto di governo alla tedesca come base di un governissimo con il Movimento 5 Stelle. E ha assicurato che vi sono diversi temi su cui le due forze convergono: dal lavoro al taglio del cuneo fiscale, dal salario minimo alle politiche ambientali.

Un’intesa verso cui continua a spingere l’ex premier Matteo Renzi: “Noi siamo pronti a un governo istituzionale per salvare le famiglie dall’aumento dell’Iva e per evitare che l’Italia sia isolata in Europa”. Sempre Delrio evidenzia che è improbabile una nuova intesa tra pentastellati e leghisti: “Salvini perderebbe faccia e consensi”. E su un esecutivo giallo-rosso ormai non tentenna più neppure Nicola Zingaretti. “Se ci sarà la crisi – ha dichiarato il segretario dem – il Pd rinuncerà alle urne solo a beneficio di un accordo di governo di ampio respiro, capace di reggere per il prosieguo della legislatura”.

“Vedremo – ha aggiunto – dopo questo fastidioso ginepraio di parole senza contenuti e senza valori, cosa accadrà martedì nel dibattito aperto dal Presidente Conte. Una strada a cui ormai appare realmente contrario soltanto Carlo Calenda, che anche ieri, in uno dei tanti tweet, ha scritto: “M5S è diventato la Cdu. Altri due tre giorni e inizieremo a paragonare Di Maio a Obama”. I contatti sono intensi e la politica non si è concessa un momento di pausa neppure a Ferragosto. Andrà avanti così per tutto il fine settimana e poi fino a martedì. Tempo ormai pochi giorni e dovrebbe diventare finalmente chiaro cosa attendersi in futuro. Sono ore in cui ogni giravolta sembra ammessa. Ma dalla prossima settimana appunto un percorso con qualche certezza dovrà essere segnato.