Zingaretti fa l’equilibrista per incollare i cocci del Pd. Passa la relazione del segretario. Che gioca la carta del “mai coi 5 Stelle” per evitare il redde rationem

Tutti a favore e solo 24 astenuti. Arriva il via libera della direzione Pd alla relazione del segretario Nicola Zingaretti con dentro di tutto un po’. A cominciare dall’ordine del giorno di Carlo Calenda, che chiude (ma nemmeno del tutto) ad una possibile intesa con i grillini dopo le roventi polemiche divampata nei giorni scorsi nel partito sull’argomento. “Non perseguiamo un’alleanza con i Cinque Stelle, non è nelle intenzioni, non è mai stato il nostro obiettivo. Questa discussione inizia a essere vecchia, superata dalla storia. Ma Lega e M5S non sono un monolite e questa affermazione non è l’anticipazione di accordi di governo”, ha detto Zingaretti. La direzione del Pd, a maggioranza, ha ratificato anche l’avvio del commissariamento del partito in Sicilia affidato a Alberto Losacco. Su questo fronte la polemica interna resta aperta, dopo il caso Faraone. “Caro Nicola, se c’è un dirigente politico, un parlamentare apprezzato come Davide Faraone, che si autosospende, il capo di una comunità ha il dovere di recuperarlo a questa comunità”, ha detto Lorenzo Guerini. I renziani, sul piede di guerra, hanno accusato il segretario di mandare Losacco in Sicilia proprio per preparare un’alleanza con i Cinquestelle. “Farò di tutto affinché Faraone torni sui suoi passi sull’appartenenza al partito”, assicura Zingaretti. Poi tutto un brulicare di applausi, baci e abbracci. Fino alla prossima rissa.