Zuccalà: “Meloni affossa la ricostruzione. E il conto lo pagano i cittadini”

"Amatrice ha avviato i cantieri della ricostruzione un mese fa. Ora una scelta ideologica e irresponsabile blocca tutto".

Zuccalà: “Meloni affossa la ricostruzione. E il conto lo pagano i cittadini”

Il governo ha cancellato lo sconto in fattura per le aree colpite dal terremoto. Adriano Zuccalà, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Lazio, così si mette a repentaglio la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma del Centro Italia?
“Questa misura avrà conseguenze gravissime! Meloni e il suo governo continuano una guerra insensata contro chi ha più bisogno. I comuni del Lazio colpiti dai terremoti degli ultimi anni hanno potuto avviare la ricostruzione post-sisma proprio grazie al Superbonus 110%. Amatrice, per esempio, ha avviato il cantiere neanche un mese fa, dopo otto anni di attesa, tra burocrazia e fondi bloccati. E ora cosa fa il ministro Giorgetti? Cala dall’alto, senza nessun confronto con le regioni e i sindaci, uno stop ai benefici (già ridotti a dicembre scorso), incluso il ‘contributo rafforzato’ per le aree colpite dal sisma. Ancora un attacco ideologico e privo di senso di responsabilità verso quegli strumenti messi in campo dal governo Conte che garantivano le risorse necessarie per ripartire ai comuni devastati dai terremoti”.

Contro il governo, stavolta, si è schierato anche il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca: crede che riuscirà a fare concretamente qualcosa per far cambiare idea a Giorgetti e Meloni?
“Lo spero. Per una volta siamo d’accordo con Rocca: Giorgetti e l’intero governo dovrebbero pensare ai cittadini, soprattutto a quelli più in difficoltà, e agire esclusivamente nel loro interesse. Mi auguro che il presidente Rocca e tutte le forze di maggioranza che siedono in consiglio regionale riescano a far ragionare la presidente Meloni. Che visione di economia è quella che porta avanti questo governo? L’austerity che impoverisce cittadini e imprese mentre le banche e i grandi gruppi si arricchiscono?”.

A suo giudizio la Regione – magari insieme anche a Marche e Abruzzo – può concretamente fare qualcosa che cambi la situazione e cosa?
“Le Regioni devono unirsi, a prescindere dal colore politico, per far cambiare idea immediatamente al governo. Non solo per le aree del sisma ma per l’Italia intera. La direttiva Case Green andrà a indicare obiettivi ben precisi e fortunatamente l’Italia si trova già avanti con il lavoro, proprio grazie al Superbonus. Sarà quindi necessario ripristinarlo con un orizzonte a lungo termine”.

I comuni delle aree terremotate sono già pronti a una mobilitazione contro il governo: sarete accanto ai sindaci?
“Assolutamente sì. I parlamentari del Movimento 5 Stelle si sono già mobilitati contro questo decreto e noi faremo la nostra parte accanto ai sindaci delle Anci cratere Sisma 2016, che hanno già lanciato un grido d’allarme. Non staremo a guardare mentre il governo Meloni affossa la ricostruzione del Centro Italia: parliamo di comunità fortemente colpite, che vanno sostenute e supportate con forza. Quello che sta accadendo ora è esattamente l’opposto: Meloni sta cancellando le loro speranze di vedere ricostruiti i propri borghi, condannando i comuni allo spopolamento”.
In generale il governo continua a mostrare accanimento contro il Superbonus: è dettato solo da ragioni ideologiche e dalla volontà di smantellare qualsiasi misura ereditata dai precedenti governi, come con il Reddito di cittadinanza?
“Sembra proprio di sì. Il Superbonus e il Reddito di cittadinanza sono gli esempi più eclatanti. Eliminare queste misure significa andare contro l’interesse dei nostri concittadini per pure mire ideologiche. Il Superbonus è stata una delle più grandi misure economiche messe in campo negli ultimi decenni da un Governo che ha investito sul futuro e ha anticipato le politiche europee sull’efficientamento degli immobili, posizionando l’Italia in una posizione di vantaggio nella corsa al raggiungimento degli obiettivi richiesti dalla direttiva Case Green. Una misura che ha fatto girare l’economia delle piccole imprese italiane, degli artigiani, dei professionisti e che ha consentito a tutti di efficientare le proprie abitazioni, renderle più sicure e meno inquinanti. Ora eliminando ogni tipo di cessione del credito e sconto in fattura colpiscono bonus fiscali che c’erano già prima del covid, e quindi colpiscono la popolazione. Così come hanno fatto con la cancellazione del Reddito di cittadinanza, mettendo in ginocchio migliaia di famiglie e contribuendo al raggiungimento del record di persone che vivono in povertà assoluta nel nostro Paese: quasi 6 milioni di cittadini che devono scegliere se fare la spesa, curarsi o pagare le bollette. Non lo dice Zuccalà o il M5S, ma l’Istat. Che certifica il fallimento totale del governo Meloni”.

È un accanimento anche contro chi è più in difficoltà, che siano le persone con redditi più bassi o i terremotati?
“È proprio così: quella di Meloni è una guerra a chi è più povero, chi è più fragile, chi si trova in difficoltà. La modalità con cui è stata comunicata alla cittadinanza la sospensione del reddito, con un SMS, non è molto diversa dal modo in cui ieri sera i sindaci e i cittadini dei comuni terremotati hanno appreso la notizia della cancellazione del Superbonus. Si tratta di misure che interessano la vita delle persone, e questo governo si sente in diritto di fare scelte senza consultarsi e confrontarsi con nessuno. Scelte che calano dall’alto e che sono così sbagliate da far alzare la voce anche a chi dovrebbe sostenerli, sindaci e governatori di destra”.

Il taglio riguarda anche il Terzo settore: le destre non riconoscono il ruolo che svolge?
“Anche qui siamo sulla stessa barca: il governo colpisce tutte quelle realtà che svolgono attività sociali senza scopo di lucro e che potevano beneficiare dei bonus fiscali per riqualificare ed efficientare dal punto di vista energetico gli spazi in cui operano. Il punto è che a Meloni e i suoi non interessa la sostenibilità ambientale, il contenimento dei consumi energetici, la lotta all’inquinamento, altrimenti garantirebbe a tutti, e soprattutto a chi svolge attività sociali, di avere accesso ai bonus, senza i quali nessun adeguamento sarebbe possibile. L’ennesimo passo indietro, che dimostra anche il mancato riconoscimento del grande valore che gli enti del terzo settore apportano nelle comunità”.