Arrestati i vertici della Blutec, la società che aveva rilevato l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Sequestrati oltre 16 milioni. L’accusa è di malversazione ai danni dello Stato

Ai domiciliari il presidente del cda e l'Ad della Blutec Spa, Roberto Ginatta e Cosimo di Cursi

Il presidente del consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato della Blutec Spa, Roberto Ginatta e Cosimo di Cursi, sono stati posti agli arresti domiciliari dalla Guardia di Finanza con l’accusa di malversazione ai danni dello Stato. Contestualmente è stato emesso anche un decreto di sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale e delle relative quote sociali, nonché delle disponibilità finanziarie, immobiliari e mobiliari riconducibili agli indagati fino all’importo di 16 milioni e 516 mila euro. La società Blutec aveva rilevato l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese.

“Gli arresti del management della Blutec di Termini Imerese – ha commentato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio– confermano alcune perplessità delle parti sui piani d’investimento. Non abbandoniamo i lavoratori che sono le vittime di questa storia. Dobbiamo prima di tutto metterli in sicurezza. Ho già dato mandato agli uffici del Ministero di contattare l’amministratore giudiziario per salvaguardare i livelli occupazionali”.

Di Cursi al momento si trova in Brasile, dove il gruppo della famiglia Ginatta dispone di un sito produttivo. Gli indagati sono accusati di aver distratto ingenti finanziamenti pubblici, erogati da Invitalia (per conto del Ministero dello Sviluppo Economico), per sostenere il programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese. Il piano prevedeva la realizzazione di una nuova unità produttiva presso gli opifici della ex impresa FCA Italy Spa per la produzione di componentistica automotive.

La Blutec, costituita nel 2014, con sede a Pescara, ha sottoscritto nel 2015 l’accordo di programma con i dicasteri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la Regione Siciliana e il Comune di Termini, per un importo complessivo di circa 95 milioni di euro, chiedendo agevolazioni pubbliche per oltre 71 milioni di euro (67 milioni per finanziamento agevolato e 4 milioni a fondo perduto). A partire dal dicembre 2016, sono stati erogati alla società circa 21 milioni a titolo di anticipazione.

Le indagini, svolte tramite l’ausilio di complessi riscontri finanziari, ispezioni, perquisizioni, di una consulenza tecnica e dell’assunzione di informazioni nei confronti di dipendenti e fornitori della Blutec, hanno consentito di dimostrare che almeno 16 dei 21 milioni di contribuzioni pubbliche non sarebbero mai stati impiegati per i fini progettuali previsti, né restituiti a scadenza delle condizioni imposte per la realizzazione del progetto (31 dicembre 2016, termine poi prorogato fino al 30 giugno 2018).

Alcune spese sono state giudicate non ammissibili, in altri casi i fondi pubblici sono stati utilizzati per l’acquisto di beni (ad esempio software) impiegati a beneficio di altre unità produttive dell’azienda site fuori regione e non presso il polo industriale di Termini Imerese. A tutt’oggi, nonostante la revoca del finanziamento intervenuta ad aprile del 2018, le procedure di restituzione non sono state ancora avviate.

L’azienda (il cui valore supera i 100 milioni di euro) e le sue numerose unità locali sparse in tutto il territorio italiano, compreso lo stabilimento di Termini Imerese, sono state sequestrate al fine di evitare la prosecuzione di condotte di malversazione e affidate a un amministratore giudiziario, che avrà il compito di assicurare la continuità aziendale della società. La Blutec è stata segnalata per responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato, per aver tratto un indebito profitto dal reato di malversazione commesso nel suo interesse da Ginatta e Di Cursi.