Autostrade, finiscono sotto la lente pure i rivestimenti fonoassorbenti. Nuova filone d’inchiesta nato dopo il crollo del Ponte Morandi. Sono già cinque gli ex dirigenti accusati di frode

Se qualcuno credeva che la magistratura avesse chiuso i conti con Autostrade per l’Italia, sbagliava di grosso. Ieri, infatti, c’è stato l’ennesimo blitz delle fiamme gialle all’interno delle sedi di Aspi, Spea Engineering e Pavimental, in quello che si preannuncia come un nuovo filone d’indagini, relativo ai rivestimenti fonoassorbenti usati sulle arterie autostradali, nato a seguito del crollo del ponte Morandi.

Si tratta di un fascicolo, in cui risultano iscritte già cinque persone tra ex manager e dirigenti, in cui i magistrati di Genova ipotizzano la frode in pubbliche forniture e l’attentato alla sicurezza dei trasporti. Accuse gravi, scaturite dall’analisi della documentazione sequestrata nell’ambito del procedimento penale sul crollo del Morandi, che hanno fatto scattare le perquisizioni con cui i finanzieri hanno dato la caccia a progetti, relazioni di calcolo, collaudi, omologazioni dei materiali e perfino documenti amministrativi o contabili, delle barriere integrate modello “Integautos”, con specifico riferimento a quelle usate nel primo tronco autostradale.

Un tratto dell’A12 in cui, spiegano fonti investigative, si sono verificati parziali cedimenti dei pannelli. Questioni di sicurezza su cui intende vederci chiaro anche l’ufficio ispettivo del Ministero delle Infrastrutture che, ieri, ha convocato tutti i concessionari autostradali liguri per avviare un percorso di ispezione sulla sicurezza di tutti i viadotti.