Camici sul piede di guerra. La riforma Madia fa cassa con gli stipendi dei medici, che attaccano: “È una rapina”

I medici sono sul piede di guerra per la riforma firmata dalla ministra delle Funzione pubblica, Marianna Madia, che rischia di sottrarre risorse.

I medici sono sul piede di guerra per la riforma firmata dalla ministra delle Funzione pubblica, Marianna Madia, che rischia di sottrarre risorse ai lavoratori. Otto sigle sindacali, Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fvm, Fesmed, Anpo, Ascoti e Fials medici, hanno addirittura definito il testo una “rapina a mano armata”, che è stata “sventata nel decreto Milleproroghe”, ma che viene ora riproposta.

Per i rappresentanti dei camici bianchi “continua uno scippo in atto da 7 anni, minando così sia il rinnovo del contratto che l’attuazione dell’art.22 del Patto della Salute”. L’attacco al testo è duro: “Il ministro della Funzione pubblica – continuano i sindacati – si esibisce in un salto mortale quando annuncia trionfante l’apertura della stagione contrattuale, e nello stesso tempo, dopo che la legge di Bilancio 2017 non ha consentito il recupero, nemmeno parziale, di quanto sottratto in passato, porta via una altra fetta delle risorse necessarie, non senza la premessa d’ufficio di volere valorizzare il merito. Una ricetta stantia cucinata fin dal 2010, nata da una scarsa conoscenza della complessità del mondo sanitario, frutto di un chiaro eccesso di delega, che dimostra quanto le istituzioni per prime abbiano a cuore il rispetto delle leggi”.

In chiusura i sindcati attaccano: “Dopo il taglio al Fondo sanitario nazionale, e alla tutela della salute dei cittadini, il taglio delle risorse che valorizzano il lavoro dei professionisti della sanità, oltre a condizionare le prospettive di rinnovo del contratto nazionale, non potrà che alimentare la fuga dagli ospedali”.