Cancro del pancreas fatale, la speranza da un farmaco. Ora un antipsicotico può rallentare la malattia

Si apre un nuovo capitolo nella lotta del cancro del pancreas. Uno dei tumori più aggressivi che si conoscano, con una mortalità del 60%

Si apre un nuovo capitolo nella lotta del cancro del pancreas. Uno dei tumori più aggressivi che si conoscano, con una mortalità del 60%  e che nel migliore dei casi ha una prognosi di sei mesi. Una molecola, utilizzata da tempo per curare gli stati d’ansia, potrebbe aprire adesso nuove speranze non per debellare ma almeno per allungare di cinque anni i tempi della malattia. A individuarla un gruppo di ricercatori dell’Istituto di nanotecnologia del Cnr di Rende in collaborazione con l’Università della Calabria e scienziati francesi e spagnoli.

Lo studio dimostrerebbe la capacità della molecola di interferire con la proteina Nupr1, a struttura disordinata, coinvolta nei processi di sviluppo del tumore, inibendone l’attività. La ricerca è cominciata con lo screening di oltre mille farmaci già approvati per varie indicazioni terapeutiche, hanno spiegato gli studiosi. L’uso combinato di tecniche sperimentali e di simulazioni al calcolatore ha permesso di identificare alcuni di questi farmaci in grado di interagire con la proteina Nupr1. Esperimenti in vitro hanno poi dimostrato che i composti selezionati sono capaci di diminuire la vitalità delle cellule tumorali, di ridurne le capacità di migrazione e di sopprimere completamente la possibilità di formazione di colonie.

Più efficace – La molecola miracolosa è conosciuta come trifluoperazina e finora  è stata utilizzata solo per la sua azione antipsicotica. Ma quando è stata sperimentata in vivo su cellule del tumore del pancreas umano trapiantate su modelli murini  si è dimostrato in grado di arrestare completamente lo sviluppo della malattia. La molecola ha avvalorato un’efficacia antitumorale superiore perfino ai più potenti trattamenti chemioterapici finora disponibili. Inoltre, lo studio prova che questa nuova molecola non costituirebbe solo un’alternativa ai farmaci già noti, ma può essere combinata con questi per aumentare l’effetto terapeutico complessivo.

Tipologie diverse – Al di là delle possibili ricadute mediche future, e in attesa che si avvii la sperimentazione per l’uso di questo farmaco sull’uomo, per i ricercatori lo studio segna un passo importante nella ricerca su questa neoplasia. La scoperta potrebbe indirizzare lo sviluppo di specifiche terapie che vadano a contrastare le diverse tipologie di alterazioni individuate. Il tumore al pancreas è destinato a diventare uno dei più grandi assassini nel prossimo decennio, avvertono gli esperti. Entro il 2026, si prevede che 11 mila persone moriranno ogni anno per via della malattia nella sola Italia, con un aumento del 28% a partire da subito. E questo renderà questo tipo di neoplasia il quarto più grande big killer nella storia della medicina. Una mancanza di scoperte mediche ed una diagnosi ritardata decretano la vita di molti pazienti che non faranno in tempo a ricevere un intervento chirurgico salvavita se la ricerca non andrà avanti spedita a trovare soluzioni.