Commissione Riforme, la minoranza Dem furibonda medita l’Aventino. E Cuperlo evoca la fine della legislatura

Sostiene Maurizio Bianconi, vulcanico deputato di Forza Italia nonché ex grande sostenitore di Denis Verdini, che “se un popolo è pronto a sopportare uno sfregio come quello che Renzi e la sua banda stanno facendo alla Camera dei Deputati, tempio della democrazia rappresentativa (quella nata dalla Resistenza, come si dice ad ogni piè sospinto), beh, allora è prontissimo per un fasciocattocomunismo totalitario, vera novità renziana”. Il neologismo del deputato azzurro, al netto delle valutazioni storiche, ha il pregio di cogliere nel segno, fotografando l’attuale fase politica dove il premier ha l’occasione storica per fare cappotto. In tutto, a partire dalla legge elettorale che inizia oggi il suo percorso alla Camera.

TEMPI STRETTI
Il segno di questa frenesia da vittoria totale lo offre il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. “Dobbiamo avere la consapevolezza che se salta il Pd salta l’intero sistema politico italiano, lo dico perché siamo un partito riformatore”, dice il braccio destro di Renzi, “ma anche un’infrastruttura politica della quale il nostro Paese non può fare a meno, soprattutto in un momento dove le spinte dell’antipolitica e dei populismi sono molto forti e rischiano di mettere in crisi la società italiana”. Per questa ragione l’inquilino di Palazzo Chigi e la maggioranza del Pd hanno scelto la linea dura nei confronti della minoranza, sostituendo tutti i componenti in commissione Affari costituzionali della Camera, a eccezione di Giuseppe Lauricella, il quale ha fatto sapere che, pur contrario all’Italicum, si rimetterà alle decisioni del gruppo. Sono quindi in tutto 10 (Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Andrea Giorgis, Enzo Lattuca, Alfredo D’Attorre, Barbara Pollastrini, Marilena Fabbri, Roberta Agostini, Marco Meloni) gli esponenti della sinistra Pd a dover lasciare il posto in commissione.

SURROGA IMMEDIATA
Entro oggi, ha spiegato il vice capogruppo vicario, Ettore Rosato, saranno comunicati ufficialmente i sostituti. Roba da grillini, anche se Renzi e il Pd ha sempre avversato i metodi dei 5 Stelle. Ma in nome della legge elettorale a sua immagine e somiglianza questo ed altro. In commissione, intanto, il clima si surriscalda e le opposizioni meditano l’Aventino. I primi a parlare di disertare i lavori della commissione, che da oggi pomeriggio inizierà a votare gli emendamenti – 135 richieste di modifica presentate, di cui 11 della minoranza Pd, 40 quelle dichiarate inammissibili – sono i grillini. Anche Scelta civica e Sel stanno valutando l’opzione abbandono dei lavori, ipotesi che potrebbe contagiare anche Forza Italia. Dunque, sulla legge elettorale il governo va avanti senza alcuna modifica, mentre resta in campo l’ipotesi della fiducia. Eventualità che suscita la dura reazione non solo delle opposizioni, ma anche della sinistra Pd, con Cuperlo che arriva a paventare la fine della legislatura.