Conflitto di interessi. Al ministero dell’Istruzione la selezione finisce al Tar. Due commissari avevano già lavorato con alcuni candidati poi risultati vincitori dell’incarico dirigenziale

Usando una metafora scolastica, la battuta sarebbe fin troppo facile: tutti bocciati al ministero dell’Istruzione. Questo, perlomeno, è il rischio che si corre in merito al concorso per i 5 posti da dirigente amministrativo di seconda fascia al dicastero di Viale Trastevere. La Notizia se ne era occupata il 25 maggio scorso, dopo la celebrazione della prova scritta. Il titolo di quell’articolo era eloquente: “Quanti ‘figli di’ al concorso Miur. Pronti i ricorsi degli esclusi al Tar”. Il concorso si è concluso e i ricorsi sono partiti. La ragione? I conflitti d’interesse tra alcuni membri della commissione esaminatrice e almeno due dei fortunati vincitori, dettagliatamente ricostruiti nei motivi aggiuntivi con cui alcuni ricorrenti hanno integrato la richiesta di annullamento della selezione ai giudici amministrativi.

Nel ricorso, che La Notizia ha potuto visionare, tutto ruota intorno  a un punto rilevante: “Dalla pubblicazione dei curricula dei membri di Commissione – si legge – sono emersi (e confermati) elementi […] di assoluta rilevanza al fine dell’accertamento del giudizio di incompatibilità di taluni commissari in ragione di pregressi rapporti di collaborazione e di vita con candidati del concorso posizionatisi, invero, tra i primi posti della […] graduatoria definitiva”. Tra i casi citati c’è quello del presidente della Commissione concorsuale, Umberto Piccinin. Nel mirino dei ricorrenti è finita una “serie di rapporti di vita e di collaborazione” con Marco Pisano (che è arrivato quinto).

Da un confronto dei due curricula, infatti, emergerebbe che “il Pisano Marco avrebbe ottenuto il trasferimento, in qualità di assistente amministrativo, presso l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici, dove avrebbe vinto un concorso per titoli ed esami, acquisendo la qualifica di funzionario”, il tutto proprio negli anni in cui a ricoprire l’incarico di dirigente era Piccinin. Arriviamo così al 2010: due anni dopo che Piccinin torna a lavorare alla Corte dei Conti, proprio nel momento apicale della sua carriera, arriva presso la stessa Corte proprio Pisano. Che, “sentito sul punto il Dirigente generale della direzione generale risorse umane”, va a ricoprire incarichi dirigenziali. E chi era a capo delle risorse umane? Piccinin, ovviamente.

Ma non è tutto. C’è anche quello dell’ex direttore generale del Miur, Maria Novelli. Il ricorso ricostruisce i “rapporti di lavoro, collaborazione e dunque di vita con alcuni candidati”. Primo fra tutti, Giuseppe Pierro, arrivato secondo in graduatoria, che almeno dal 2016 lavora nel nucleo operativo collegato al Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per gli studenti di cui faceva parte anche la commissaria Novelli. Ma non c’è due senza tre. E così arriviamo al caso, ancora più particolare, della dottoressa Rosaria Pagano. Ebbene: la Pagano è stata selezionata e indicata nel decreto di nomina della commissione quale direttore generale e, dunque, quale dirigente di I fascia. Peccato che, come evidenzia il ricorso, sia andata in pensione da dirigente di II fascia. Insomma, la Pagano “non avrebbe potuto far partedella Commissione”. Ma ora l’ultima parola la metterà il Tar.