Decreto sicurezza e immigrazione, Conte e Salvini pronti a incontrare l’Anci. Decaro: “E’ quello che chiedevamo dal principio”

Palazzo Chigi: "Se l'Anci desidera un incontro per segnalare eventuali difficoltà ben venga"

“Se l’Anci desidera un incontro per segnalare eventuali difficoltà applicative collegate alla legge sull’immigrazione e sulla sicurezza, ben venga la richiesta di un incontro con il Governo, al quale anche il Presidente del Consiglio è disposto a partecipare insieme al Ministro dell’Interno”. E’ quanto fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, citate dall’Ansa, in merito alle critiche sollevate da alcuni sindaci sull’applicazione del decreto Salvini in materia di immigrazione.

Un intervento di semplificazione, hanno fatto sapere, invece, fonti del Viminale, era già stato sollecitato dall’Anci, nel febbraio 2017, in sede di adozione del decreto Minniti. “L’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo – affermano dal ministero dell’Interno – è un problema soprattutto per i piccoli comuni i cui uffici rischiano di essere sovraccaricati. Il decreto Salvini, recentemente convertito in legge, ha raccolto quel suggerimento”.

Il Viminale precisa, inoltre, che “la misura non riduce le tutele del richiedente asilo” e ricorda che l’accesso ai servizi previsti dal decreto e quelli erogati sul territorio “sono assicurati dal luogo di domicilio”. “Nel 2017 – sottolineano ancora le stesse fonti riferendosi all’attuale posizione del presidente dell’Associazione dei comuni Decaro – era già presidente Anci”.

“Un incontro con il governo per discutere delle ricadute della legge Salvini sui territori che noi sindaci amministriamo – ha commentato il presidente dell’Anci, Antonio Decaro – è quello che chiedevamo dal principio. Siamo contenti che da Palazzo Chigi ci si pronunci a favore di questa soluzione”.

Ieri il sindaco di Ascoli Piceno e delegato Anci alla Finanza locale, Guido Castelli, sullo stesso tema, aveva dichirato che il decreto Salvini “contiene norme condivisibili e ampiamente attese da moltissimi sindaci italiani in quali, negli ultimi anni, hanno subito gli effetti di una politica di accoglienza disordinata e irrazionale”. “Rispetto la posizione dei colleghi di Palermo e Napoli – aveva aggiunto -, ma parlare del decreto 132/18 come di un provvedimento ‘criminogeno e disumano’ è assolutamente fuorviante”. “Se c’è stato qualcosa di criminogeno in Italia – ha poi aggiunto Castelli – è stata piuttosto l’idea di una ‘immigrazione illimitata’ che negli ultimi anni in Italia ha oggettivamente alimentato il senso di insicurezza e il disagio sociale delle comunità locali”.