Direttori e segretari. In Consob è cuccagna: stipendi da 240mila euro per tutti, giocando sulla parte variabile del compenso

I superstipendi in casa Consob, a volte con un sapiente dosaggio della parte variabile, possono raggiungere il famoso tetto massimo dei 240 mila euro l’anno

di Stefano Sansonetti

Ormai Angelo Apponi è diventato un appuntamento fisso all’interno della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, che lo ha ascoltato anche oggi. Semisconosciuto fino a pochissimo tempo fa, il direttore generale della Consob è entrato dritto nella cronaca economico-finanziaria, soprattutto per gli scaricabarile reciproci con la Banca d’Italia. Ancora sullo sfondo, semmai, restano i super stipendi elargiti in casa Consob, a volte con un sapiente dosaggio della parte variabile che guarda caso porta a raggiungere sempre il famoso tetto massimo dei 240 mila euro lordi l’anno. Partiamo proprio da Apponi. In base ai dati 2016 risulta essere accreditato di uno stipendio di 240 mila euro dato integralmente dalla componente fissa dell’emolumento.

Il punto – La cosa sorprendente è che tutti gli incarichi amministrativi di vertice della Commissione che controlla le società di Borsa prevedono il famoso tetto massimo di compensi previsto per la Pubblica amministrazione. Il segretario generale, Guido Stazi, prende 240 mila euro. Lo stesso dicasi per il vicedirettore generale Giuseppe D’Agostino. Tetto massimo pure per il presidente dell’Acf (Arbitro controversie finanziarie), Gianpaolo Eduardo Barbuzzi, che nel 2016 ha ottenuto 197.042 euro di componenti fissa, a cui si sono aggiunti 42.958 euro di parte variabile. Indovinate quanto fa il totale? Naturalmente 240 mila euro. Musica pressoché identica per l’avvocato generale della Consob, Fabio Biagianti, che nel 2016 ha incassato 239.694 euro, a cui era proprio indispensabile aggiungere 306 euro di parte variabile per raggiungere l’agognato compenso massimo. Come spiega la stessa Consob, le componenti variabili “comprendono i compensi corrisposti a titolo di premio di presenza, trattamento di missione, gratifica, efficienza aziendale”. Ora, che i 240 mila euro siano ormai assegnati alla maggior parte dei componenti di un’Authority, vedi per esempio anche l’Antitrust, ormai è pacifico. In Consob, però, l’assegno massimo viene staccato anche a beneficio degli incarichi amministrativi di vertice, come abbiamo appena visto. Cosa che, invece, non avviene in altre Autorità.

Gli altri casi – Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Antitrust, risalenti al 2015, un direttore generale prende tra i 218 e 207 mila euro, già comprensivi della parte variabile, mentre un vicesegretario generale 183 mila euro. In altre Autorità queste figure prendono anche di meno. Fa accezione solo il direttorio della Banca d’Italia, ben oltre i 300 mila euro, per il semplice fatto che la natura di palazzo Koch ha sempre portato la struttura a non considerarsi soggetta al famoso tetto massimo di stipendio. In Consob, però, vanno anche di moda viaggi di lavoro e missioni. Nel 2016 gli spostamenti del vicedirettore generale D’Agostino sono costati 21.861 euro, superando anche i 20.892 euro del presidente della Commissione.