L'Editoriale

Al governo c’è chi fa e chi disfa

Con due passi indietro sulle multe a chi soccorre gli immigrati in mare e sul Tav intrufolato tra le infrastrutture prioritarie del Paese, Salvini fa un salto avanti e adesso pretende di portare a casa il decreto sicurezza bis e una bella spinta allo sbloccantieri. Con il passo indietro del ministro Tria sul miliardo di euro risparmiato sul Reddito di cittadinanza, i Cinque Stelle devono invece arrampicarsi sugli specchi per chiudere l’ultimo provvedimento da sbandierare prima della tornata elettorale, con gli aiuti previsti per le famiglie e per chi ha figli. Manca la copertura finanziaria, ha fatto sapere il ministro dell’Economia.

Se però andiamo più a fondo e cerchiamo di capire chi fa fumo e chi sforna l’arrosto ecco che la situazione si ribalta. Senza il muro dei Cinque Stelle, il ministro dell’Interno avrebbe fatto approvare una norma dove l’unica novità erano le multe alle Ong, che passate le elezioni sarebbe stata quasi sicuramente dichiarata incostituzionale, dopo essere stata già bocciata dall’Onu e dai più basilari principi umanitari. Un “successo” identico a quello sul Tav, che la Lega ha voluto mettere pretestuosamente in un passaggio legislativo che nulla c’entrava, salvo adesso fare dietrofront per avviare le opere bloccate da un decreto che avrebbe imposto di sottostare all’enorme spreco di denaro pubblico della Torino-Lione.

Cosa ha fatto dunque il Carroccio? Ha solo rimosso gli ostacoli che lo stesso partito aveva disseminato per strada, e che senza i Cinque Stelle avrebbero prodotto incalcolabili danni morali e materiali. Dall’altra parte, Tria vuol mettere da parte il tesoretto destinato ai poveri o in immediato subordine alle famiglie, mentre alla Lega che ha pure il ministero competente bocciano come inammissibile il principale emendamento (il bonus bebè), e tocca nuovamente a Di Maio andare ad aprire il forziere di via XX Settembre.

Tra il dire e il fare, insomma, da una parte c’è chi fa un lavoro sotterraneo di cucina parlamentare, mentre dall’altra si campa su promesse impossibili, tipo sigillare i confini più di quanto si possa fare davvero. E pazienza se a Mirandola un immigrato irregolare può uccidere senza che nessuno lo riporti oltre confine, dove doveva stare.