L'Editoriale

Alitalia può essere un affare

Nessuno più di questo giornale ha scritto peste e corna dei Benetton e di come hanno fatto i soldi veri, grazie a una concessione autostradale con condizioni talmente vantaggiose (per loro) da essere stata segretata fino alla caduta del ponte Morandi, quando i Cinque Stelle hanno preteso che quel contratto diventasse pubblico. Elemento centrale dell’accordo è la manutenzione delle infrastrutture, che a Genova (ma anche in altri casi, a partire dalla strage del viadotto di Acqualonga) non è stata evidentemente sufficiente ad evitare una tragedia.

Perciò a detta del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, e di uno stuolo di legali, ci sono tutte le condizioni per revocare la concessione e semmai riassegnarla equilibrando i proventi tra lo Stato e gli eventuali gestori privati. Atlantia, la holding controllata dai Benetton, solo nell’ultimo esercizio si è distribuita utili per due miliardi e ovviamente non ci sta a perdere una tale gallina dalle uova d’oro. Ha minacciato di far causa, poi di querelare Luigi Di Maio, e alla fine ha trovato l’occasione per difendersi. Le Ferrovie che si erano impegnate a trovare soci privati per salvare l’Alitalia, dopo mesi non hanno trovato un bel niente, e a tre giorni dal termine ultimo per presentare un’offerta vincolante l’unica alternativa alla nazionalizzazione dell’ex compagnia di bandiera è rimasta – guarda caso – Atlantia.

Non proprio un capolavoro per chi ora deve chiamare i Benetton (con almeno 300 milioni) al tavolo Alitalia e  contemporaneamente cacciarli dal tavolo delle autostrade. In mezzo però ci sono 11mila dipendenti e un vettore di grande importanza per un Paese che ha il turismo al centro della sua politica industriale. D’altra parte proprio Atlantia ha know how e competenze preziose. Tenere distinti i dossier dunque non sarà facile, ma se si rinegozia la concessione come si deve alla fine potrebbero vincere tutti: lo Stato che potrà incassare di più dai pedaggi, gli automobilisti che pagheranno comunque tariffe più basse, il privato che potrà continuare a gestire al giusto valore una grande rete autostradale, e con l’Alitalia rimessa in pista anche una leva fondamentale per portare più clienti nei nostri hotel e merci sui mercati esteri.