L'Editoriale

Chi ha paura del bis della Raggi

Da qualche giorno la romanella dei salotti e degli abusi sfuggiti per decenni al Campidoglio è in agitazione. La Raggi potrebbe candidarsi per un nuovo mandato e se ce la facesse tutte le piaghe dell’Egitto non farebbero altrettanto male. La maturazione del Movimento Cinque Stelle ha fatto comprendere che non disperdere l’esperienza dei suoi portavoce più determinati e capaci è un valore tanto quanto impedire agli eletti nelle cariche pubbliche di diventare politici professionisti. Perciò abbandonare la vecchia regola dei due mandati non è più da considerarsi una deroga, quanto l’affermazione di una forza politica che sa portare dei semplici cittadini nelle istituzioni e farne classe dirigente.

Per la Roma inciuciona questa però è una pessima notizia, perché da tre anni al Comune è finita la pacchia, non si barattano favori e faticosamente si rimedia alle spaventose ruberie del passato. L’azienda dei trasporti che nel 2016 aveva più debiti dell’Alitalia ha appena presentato il primo bilancio in attivo della sua storia. Il monopolio privato dei rifiuti è stato bloccato, e il pubblico non fa più quello che paga soltanto. I clan mafiosi che spadroneggiavano hanno visto sparire le loro ville abusive sotto le ruspe della municipale, molte aziende partecipate hanno smesso di buttare i nostri soldi a destra e manca, autentici scandali al sole come Casapound hanno perso – o stanno per farlo – gli immobili occupati illegalmente.

La città famosa nel mondo per le sue buche ha una quantità mai vista di strade nuove di zecca. Altrettanto vasto è il numero di piazze e aree bonificate senza fare aumentare il debito, che anzi è diminuito. Recuperando decine di milioni che un po’ di cittadini distratti si dimenticavano di pagare, sono state fatte alcune migliaia di assunzioni, inaugurati mercati, piste ciclabili, fogne, illuminazione, telecamere di sicurezza e moltissimo altro. Perché allora tanta paura di questa sindaca? Perché il mondo di sopra e quello di sotto vogliono tornare ai vecchi affari. E per questo la Raggi è un problema per la Roma criminale e la romanella connivente.