L'Editoriale

E’ colpa nostra se in Europa c’è tanta intolleranza

L’Europa che un secolo fa gettava le basi dei regimi fascista e nazista non può fare un’altra volta lo stesso errore. Quei fenomeni montarono nell’indifferenza delle forze democratiche, gonfiandosi del malcontento per la crisi lasciata dalla Grande guerra, e presentando come eroiche le azioni violente di assassini e squadristi. Esattamente quello che avviene in queste ore in Germania, dove l’estrema destra definisce “santo” l’autore dell’assalto alla sinagoga di Halle.

I germi del totalitarismo, considerato a torto il sogno di pochi nostalgici, crescono attorno a noi e intossicano le menti di chi cerca facili alibi al proprio fallimento, prima ancora che a quello di una socialità inguardabile, quando non del tutto assente, nelle periferie, nelle fabbriche chiuse, nella solitudine di comunità che riescono a vivere solo nelle piazze virtuali di social e videogame. Facciamo attenzione, quindi, a sbarazzarci dell’ennesima follia antisemita come di un incidente, il gesto di un esaltato che non cambierà il mondo.

Quell’esaltato non è la causa ma l’effetto di una malattia che ci sta contagiando, e che in nome di una visione liberale abbiamo rinunciato a curare. Da destra, dove l’intellighenzia è gravemente responsabile per aver permesso di trasformare gli immigrati in un nemico, ci si può attendere una deriva razzista e antisemita. È però da Sinistra che non si può accettare altra tiepidezza di fronte al rigenerarsi del fascismo, come tutti hanno potuto vedere a Roma, dove in decenni di sindaci di ogni colore, soprattutto Pd, solo la Raggi ha provato a far sloggiare CasaPound.