L'Editoriale

Ecco perché gli hooligan ci amano

Dobbiamo resistere ai terroristi islamici, ci facciamo devastare da quattro ubriaconi olandesi. Benvenuti a Roma, la Disneyland dei teppisti del pianeta. Solo qui può accadere che le partite di calcio diventino campi di battaglia. A giugno scorso c’era scappato il morto, prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Ma nella Capitale ogni derby è un incubo per l’ordine pubblico. E se poi ci si mettono pure gli hooligan siamo fritti. Tra fumogeni, cariche di polizia, negozi chiusi e turisti terrorizzati, ieri qualche decina di sedicenti tifosi ha danneggiato persino la barcaccia del Bernini appena restaurata. In qualunque parte del mondo, la città minacciata e le sue forze dell’ordine avrebbero fatto quadrato, prendendo questi signori uno a uno e mettendoli nelle condizioni di non nuocere. In Italia invece la mobilitazione non è scattata per fermare i barbari, ma per bastonarsi a vicenda sindaco e prefetto, partiti di opposizione e Governo, Comune e Questura. Tutti a rimpallarsi accuse e responsabilità mentre gli ultrà distruggevano altri autobus sotto gli occhi di una polizia che chissà per quale motivo deve lasciarli fare. Così è naturale che gli hooligan ci amino.