L'Editoriale

Un’arma finta che spara un colpo vero

Un fucile finto che ha sparato un proiettile vero. E se fossimo un Paese che sa indignarsi, il colpo sarebbe arrivato più in alto possibile, fino al ministro Alfano e a chi ci ha raccontato che con il Giubileo il livello di sicurezza è massimo. Ieri invece abbiamo visto un tizio girare per ore con un’arma, salire su un treno ed essere pure lasciato tranquillamente scendere dopo aver appurato che a spaventare centinaia di persone era stato solo un giocattolo. Il sospetto l’avevamo, ma ora c’è la prova che a Roma l’unica sicurezza è che non c’è da stare sicuri. Un fucile inquadrato dalle telecamere e portato disinvoltamente tra la folla doveva far scattare una reazione immediata, che invece è arrivata tardiva. E se l’arma fosse stata vera oggi probabilmente conteremmo chissà quanti morti. Possiamo accontentarci di tirare un sospiro di sollievo e ringraziare per la milionesima volta la nostra buona stella? Non che non possiamo farlo, e la politica dovrebbe risponderene, prendendo atto che il Paese non è al sicuro, a parte Lor signori con le scorte, neppure nei luoghi più sensibili e apparentemente a prova di attentato.