Evitato un altro crack bancario. Genova salva la sua Carige. Passa l’aumento di capitale da 900 milioni. Sul filo di lana migliaia di azionisti e lavoratori

Carige si salva da un’altra curva mortale. Dopo una giornata di tensione, la banca di Genova ha ottenuto il via libera all’aumento di capitale indispensabile per non saltare. Gli azionisti, anche i più piccoli, si sono presentati in massa all’assemblea dove la famiglia Malacalza grazie al suo 27,5% delle quote avrebbe potuto bloccare l’immissione di 900 milioni di risorse fresche, come imposto dalla vigilanza Bce. Vittorio Malacalza (che si è presentato e poi è andato via) e i figli hanno deciso però di astenersi dal voto e così la ricapitalizzazione è passata con il sì del 91,04% dei presenti, pari al 47,6% del capitale.

“Si torna a dormire la notte”, ha detto a caldo il commissario Pietro Modiano, non nascondendo che ancora una volta la banca si è salvata di un soffio. Per il capoluogo ligure sarebbe stata una nuova tragedia, non solo per i quattromila dipendenti dell’istituto di credito in tutta Italia, ma anche per il tessuto economico locale che ruota attorno al suo tradizionale polmone finanziario. Per questo all’assemblea straordinaria, tra i circa ventimila azionisti, non sono mancati soci di peso come il re del porto, Spinelli e il presidente della Fondazione Cassa Risparmio di Lucca, Bertocchini.

In sala, ospiti dei Commissari Innocenzi, Modiano e Lener c’erano anche i vertici del Fondo Interbancario, Salvatore Maccarone e Giuseppe Boccuzzi, cui spetterà il compito di contribuire alla costituzione del nuovo capitale. Drammatico l’intervento di Modiano in apertura dell’assise, dove sono stati ripercorsi i momenti più duri dell’ultimo anno, ricordando che fuori dalle stanze dei commissari non c’era la fila per investire in Carige, mentre a suo parere con i trentini di CCB (che entreranno) la banca avrà una seria prospettiva industriale.