Ex Ilva di Taranto, ArcelorMittal si ritira. Recesso legato alla perdita dell’immunità legale. I sindacati: “Una bomba sociale”

Am InvestCo Italy ha comunicato ai commissari straordinari dell’Ilva di Taranto la volontà di rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate acquisite secondo l’accordo chiuso il 31 ottobre. Secondo i contenuti dell’accordo, il gruppo angloindiano ArcelorMittal, che controlla Am InvestCo Italy, “ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione” della volontà di lasciare l’Ilva.

“Con effetto dal 3 novembre 2019 – scrive ArcelorMittal -, il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria alla Società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando così la comunicazione di recesso. In aggiunta, i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i Commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019 – termine che gli stessi Commissari hanno ritenuto impossibile da rispettare – pena lo spegnimento dell’altoforno numero 2”.

“Tali prescrizioni – aggiunge il gruppo angloindiano – dovrebbero ragionevolmente e prudenzialmente essere applicate anche ad altri due altiforni dello stabilimento di Taranto. Lo spegnimento renderebbe impossibile per la Società attuare il suo piano industriale, gestire lo stabilimento di Taranto e, in generale, eseguire il Contratto”.

“Apprendiamo la notizia della volontà di ArcelorMittal di comunicare ai commissari la volontà di recedere il contratto. Significa – afferma il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli – che partono da oggi i 25 giorni per cui lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all’Amministrazione Straordinaria. Tra le motivazioni principali, il pasticcio del Salva-imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire una bomba sociale”.

“Le conseguenze per la filiera sarebbero enormi – ha commentato il presidente di Federacciai, Alessandro Banzato -, esponendo tutti sempre di più alle dinamiche delle importazioni, ma sarebbero pesanti anche per la siderurgia Italiana nel suo complesso che è, ricordiamolo, la seconda in Europa e la decima al mondo. Quello che temevamo purtroppo si è verificato: cambiare le regole del gioco in corsa poteva fare saltare il banco”.

Il premier Giuseppe Conte ha convocato un vertice urgente con i ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Giuseppe Luciano Provenzano (Sud), Sergio Costa (Ambiente) e Nunzia Catalfo (Lavoro) e Roberto Gualtieri (Bilancio). “Il governo convocherà a breve Arcelor Mittal, Ilva non chiude” ha riferito in serata la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. “Per questo Governo – scrive su Twitter il premier Conte – la questione Ilva ha massima priorità. Già domani pomeriggio ho convocato a Palazzo Chigi i vertici di ArcelorMittal. Faremo di tutto per tutelare investimenti produttivi, livelli occupazionali e per proseguire il piano ambientale”.