Fontana si autoassolve. Ed è scaricabarile sulle morti del Trivulzio. Il presidente incolpa i tecnici. Ma non cancella il disastro sanitario

Saranno state le inchieste dei pm di tutta la Lombardia o l’ispezione dell’Istituto superiore della sanità ma quel mondo privo di crepe o errori, almeno secondo la rappresentazione del presidente Attilio Fontana, sta andando letteralmente in pezzi. Così mentre la magistratura punta il dito sulle delibere approvate dall’amministrazione regionale e dall’assessorato al Welfare, Giulio Gallera, il governatore fa spallucce e, anzi, scarica le responsabilità di eventuali illeciti sull’Agenzie di Tutela della Salute (Ats) lombarda. “Aspetto con estrema serenità l’esito delle indagini, noi abbiamo fatto una delibera proposta dai nostri tecnici. Sono stati i nostri esperti a dire che a determinate condizioni, e cioè che esistessero reparti isolati dal resto della struttura e che ci fossero dei dipendenti dedicati ai malati Covid, la cosa si poteva fare. Le case di riposo che avevano queste condizioni hanno aderito alla proposta” ha spiegato Fontana.

Insomma ormai nemmeno lui può negare che effettivamente qualcosa nelle case di riposo, in cui sono stati registrati oltre 1.800 decessi, è andato storto. Ma guai a prendersi responsabilità, quelle che gli vengono imputate dalle opposizioni in Regione, perché il governatore si è auto-assolto: “Bisogna ricordare che la scelta è stata fatta perché non avevamo più posti per curare gente in ospedale, che non poteva restare a casa perché non riusciva a respirare e quindi doveva essere messa in terapia intensiva”. Insomma una scelta dettata dalla necessità, messa nero su bianco su tre delibere, che ha spinto il Pirellone a cercare soluzioni alternative ma sempre emergenziali. Così “sono stati i nostri tecnici che ci hanno fatto la proposta e hanno valutato le proposte delle singole case di riposo e noi ci siamo adeguati”. Proprio contro questi, se non fosse già sufficientemente chiaro, torna alla carica Fontana precisando che in ogni caso la responsabilità del controllo “è dell’Ats, che si è recata sul posto a valutare se ci fossero le condizioni o meno, infatti sono pochissime le case che hanno accettato”.

IRA IN CAMPANIA. Insomma al Pirellone sembra regnare il caos. Di pari passo, però, continuano le sfide della Lombardia al Paese perché, da giorni, Fontana ha lanciato, salvo fare dietrofront, un nuovo fronte di scontro con il governo. Il nodo è la riapertura del Paese che mentre il governo l’ha annunciata per il 4 maggio affidando a un pool di esperti la sua realizzazione, il presidente leghista ha detto di essere pronto ad anticipare i tempi. Una boutade, vista la successiva giravolta quando ha detto di voler attendere il parere degli esperti, che ha creato ulteriori tensioni. Infatti sul punto il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha tuonato: “C’è chi preme per affrettare la ripresa di tutto, ma dobbiamo avere grande senso di responsabilità”. Una frecciatina al fronte nordista e leghista a cui ha spiegato, senza giri di parole, che “se dovessimo avere corse in avanti in regioni dove c’è il contagio così forte, la Campania chiuderà i suoi confini. Faremo un’ordinanza per vietare l’ingresso dei cittadini provenienti da quelle regioni”.