Grillo non tollera più la fronda. Escluso ogni accordo con i partiti. Due giorni di discussioni al Senato e alla Camera. Il Movimento 5 Stelle scopre le correnti interne

di Lapo Mazzei

Il post di Paolo Messora che parla di “piccoli onorevoli”. La questione delle alleanze, vero e proprio tema carsico dei grillini, che riemerge ogni qualvolta i venti di crisi iniziano a soffiare. Per non dire dell’eccesso di personalismo all’interno del Movimento. Ma anche l’attacco di Beppe Grillo non contribuisce certo non abbassare i toni: “Siamo in guerra” è il titolo del post, e di certo non si riferisce alla Siria. Per finire con l’annuncio del nuovo V-day, evidente ritorno all’antico per confondere il presente. Insomma, un’altra giornata di passione a Palazzo Madama per i senatori pentastellati, che si sono confrontati in diretta streaming dopo l’accusa rivolta dal responsabile della Comunicazione Claudio Messora, per il quale alcuni di loro “giocano a fare i piccoli senatori”. Non l’ha presa bene, per esempio, Luis Orellana, che dei cinque Stelle, al Senato, è uno degli esponenti di spicco (era stato il candidato grillino alla presidenza del Senato a inizio legislatura).
“Ha sparato contro di noi e insinuato dubbi, noi non siamo qui a pettinare le bambole, le sue sono vere sciocchezze”. Non tutti però si sono sentiti toccati. “Il post di Messora a me è piaciuto tantissimo, non mi offende”, dice Manuela Serra, “io non mi sento una senatrice, sono semplicemente Manuela”. Ma Orellana guida anche il fronte delle colombe che aprirebbero volentieri a forme di alleanza con il Pd, magari per un Letta-bis. “Bisogna essere pronti e non avere tabù. Potremmo avere un fortissimo peso contrattuale. In Sicilia abbiamo una alleanza in corso. A Ragusa abbiamo vinto il ballottaggio perché siamo stati aiutati”, ricorda. Ma gli oltranzisti continuano a fare muro. A partire da Vito Crimi. “Noi possiamo votare provvedimento per provvedimento, non guardiamo in faccia a nessuno, cosa che non si può fare con le alleanze”. Ma il vero tema caldo del momento resta l’affondo di Grillo: “Siamo in guerra”. Attenzione, però: “Il MoVimento 5 Stelle non è violento, ma è rivoluzionario”, avvisa il comico, “vuol cambiare la società, restituire ai veri giocatori, i cittadini, la scacchiera, il gioco. Cambiare in senso democratico la Costituzione e lo Stato. Per tutti i non-grillini e per chi all’interno del movimento la pensa diversamente è in dirittura d’arrivo una parolina già usata in passato. Chi vuole guardarsi l’ombelico”, dice Grillo, “si tiri fuori. Il M5S non è il suo ambiente. Presto faremo il terzo VDay. Tenetevi pronti”. Insomma, meglio ripartire da capo.