Guerriglia d’agosto nel Centrodestra: il Prof. Brunetta boccia Parisi. Mentre Alfano fa l’attendista

Una bocciatura di fine agosto. Nemmeno il tempo di rientrare dalla ferie, che Stefano Parisi ha subito un giudizio netto dal capogruppo Renato Brunetta.

Una bocciatura di fine agosto. Nemmeno il tempo di rientrare dalla ferie, che Stefano Parisi ha subito un giudizio netto da uno dei frondisti di Forza Italia: il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta. “Parisi è una persona seria. L’esperienza della sua candidatura a sindaco di Milano è stata bellissima, ma il centrodestra non aspetta il Papa straniero”, ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera. Per l’ex ministro infatti l’unica leadership del Centrodestra è “quella di Silvio Berlusconi“. Quindi il compito di Parisi è quello di consegnare “il suo report” sullo stato dei moderati.

L’operazione è comunque osservata con interesse dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Crediamo nella riaggregazione di un’area moderata per quegli elettori che non vogliono votare il Pd. Ci stiamo lavorando e pensiamo che la strada giusta sia in primo luogo allontanare gli estremisti dalla coalizione, perché – l’Europa ce lo insegna – sono i moderati e non gli estremisti a vincere le elezioni”. Sul ruolo di Parisi, Alfano è comunque prudente: Per ora sta facendo un lavoro sostanzialmente collaterale a Forza Italia. Vediamo come andrà avanti”.

Brunetta, inoltre, ha bocciato anche l’ipotesi di un Governo ombra, circolata nei giorni scorsi: “Sono invenzioni di chi è ostile a Berlusconi, e oltretutto i governi ombra portano sfiga”. E il presidente dei deputati azzurri ha continuato, andando giù duro: “Sono stupidaggini di cui sono certo si risentirebbe lo stesso Parisi. Ha mai sentito dirgli: i nomi del mio governo ombra sono…? Hai mai sentito Berlusconi dire: i nomi del governo ombra di Parisi sono questi?”. Infine, sulla riforme costituzionali l’ex ministro ha evidenziato: “Per cancellare il Senato bisogna modificare più di 36 articoli della Costituzione oltre ad alcune norme transitorie. Un’operazione di circa due anni e mezzo di lavoro parlamentare. Meglio, dopo la vittoria del No, estendere il Consultellum anche alla Camera e fare della prossima legislatura una legislatura costituente. Anche perché cos^ il nuovo Parlamento sarebbe eletto su base proporzionale”.