I numeri per la legge elettorale ci sono. Ora anche Forza Italia apre al Mattarellum: solo Grillo è rimasto a guardia dell’odiato Italicum

La proposta di Matteo Renzi sul Mattarellum fa proseliti. E segna un'accelerazione per l'approvazione di una nuova legge elettorale.

La proposta di Matteo Renzi sul Mattarellum fa proseliti. E segna un’accelerazione per l’approvazione di una nuova legge elettorale: di fatto potrebbero esserci i numeri per il via libera in Parlamento prima del 24 gennaio, giorno in cui la Corte costituzionale si pronuncerà sull’Italicum, che paradossalmente viene difeso solo dal Movimento 5 Stelle. “Noi vogliamo andare al voto subito, con una legge elettorale che abbia il vaglio della consulta che si esprimerà il 24 gennaio”, ha scritto Beppe Grillo sul proprio blog, lasciando intendere di preferire quel modello di base.

Sostegno – Ma l’iniziativa politica sulla legge elettorale, intrapresa da Renzi, è andata incontro alla richieste della minoranza del Partito democratico, che in estate aveva presentato un testo che ricalcava in parte il Mattarellum, modificandone solo alcuni punti. Ma sull’ipotesi sono arrivate altre convergenze, come quella della Lega e di Fratelli d’Italia. “Bene che Renzi stamattina abbia finalmente proposto il Mattarellum, una legge elettorale rapidamente approvabile in modo da poter altrettanto rapidamente tornare al voto. Anche se Renzi cosi’ contraddice completamente la sua precedente proposta elettorale, l’Italicum, approvata peraltro con tre soli voti di fiducia, e quindi con la sua apertura di oggi si sta autosfiduciando”, ha dichiarato il senatore del Carroccio, Roberto Calderoli. “Renzi dice che ci vuole un articolo per riproporre il Mattarellum. Allora ci vogliono anche due settimane per approvarlo. Ci va bene se significa che torniamo a votare immediatamente”, gli ha fatto eco la leader di Fdi, Giorgia Meloni.

Aperture e chiusure – Anche da Forza Italia è arrivata un’apertura, nonostante la linea prevalente nel partito sia quello di tornare al proporzionale: “Il Mattarellum può essere una base di discussione. Resta da chiedersi, però, se un sistema nato per uno schema bipolare possa considerarsi efficiente anche in un sistema compiutamente tripolare”, ha sostenuto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Il dirigente dei forzisti ha quindi parlato di un “Mattarellum corretto” come “strada percorribile”. Il Pd, che resta il primo gruppo parlamentare, ha il diritto di porlo come base di discussione. In ogni caso, esistono le commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato. Se il Pd vuole, noi siamo pronti”, ha sottolineato il consigliere politico di Silvio Berlusconi. Parole che sono un invito rispetto alla proposta di legge avanzata proprio dalla minoranza dem, che prevedeva anche un premio di maggioranza nella ripartizione dei seggi (la norma approvata oltre 20 anni fa prevede l’elezione del 75% dei parlamentari con il maggioritario a turno unico e il restante 25% con il proporzionale). Chi resta invece totalmente ostile a quella legge è il Nuovo Centrodestra, anche perché sarebbe un problema per i piccoli partiti centristi: “In un contesto tripolare con il rischio di ulteriori frammentazioni darebbe luogo a un Parlamento in cui la volontà popolare espressa con il voto risulterebbe scarsamente rappresentata, a esclusivo vantaggio della governabilità”, ha sostenuto il capogruppo alla Camera, Maurizio Lupi.