I Paesi del G7 approvano le criptovalute. Una soluzione per migliorare i sistemi di pagamento e cancellare i confini economici

Le monete virtuali possono essere una soluzione per migliorare i sistemi di pagamento in tutto il mondo e cancellare i confini economici tra gli Stati: lo afferma un report siglato da un gruppo di lavoro del G7, dando nuova autorevolezza alle criptovalute.

Il report del G7 sulle criptomonete
I leader del G7 hanno commissionato uno studio ad un gruppo di lavoro, formato principalmente dai esponenti delle banche nazionali e dei ministeri delle finanze di ogni governo coinvolto. I rappresentanti di Canada, USA, Francia, Italia, Giappone, Germania ed Inghilterra hanno stilato un documento di 37 pagine dedicato agli stablecoins, ovvero criptovalute che cercano di stabilizzare il proprio valore legando la loro moneta ad un gruppo di asset. A rappresentare il nostro Paese c’erano, per il Ministero dell’economia e delle finanze, Antonio Rivera e Stefano Cappiello, per la Banca d’Italia Fabio Panetta, Riccardo Cristadoro e Paola Giucca. Dall’analisi, pubblicata sul sito della BIS (Bank of International Settlements), emerge che le criptovalute potrebbero contribuire allo sviluppo di un sistema di pagamento globale più efficiente.

L’era delle monete virtuali è nata col Bitcoin
La prima criptovaluta in assoluto è il celebre Bitcoin. Creata nel gennaio 2009 da Satoshi Nakamoto, pseudonimo dietro il quale si nascondono una o più persone, questa moneta virtuale ha avuto un’evoluzione impensata negli ultimi due anni, raggiungendo il valore di 20.000 dollari nel dicembre 2017. L’acquisto di Bitcoin oggi è nuovamente alla portata di tutti, o di molti, in quanto il suo valore attuale si attesta intorno agli 8.000 euro. Questo tipo di valuta è noto per essere sicuro, in quanto si basa sull’ormai rodato sistema della blockchain, un libro mastro virtuale che registra tutti gli scambi di moneta avvenuti in rete, senza possibilità di errore, ma anche per la rapidità delle transazioni e per i costi particolarmente bassi. Diffuso in tutto il mondo, il Bitcoin non è solo un investimento generalmente redditizio, ma anche e soprattutto una moneta in grado di oltrepassare le frontiere e favorire l’accesso a nuovi mercati, come dimostrano le aziende e i commercianti che accettano, anche in Italia, pagamenti con questa criptovaluta.

Libra e le altre monete stabili
Ad essere al centro dell’attenzione è oggi un nuovo tipo di valuta virtuale, definito stable coin. Nate con lo scopo di avere un valore stabile nel tempo, per ottenerlo queste monete sono legate ad un altro asset: moneta reale, altre criptovalute o prodotti quotati in borsa come determinate materie prime. La più giovane di esse è Libra: creata quest’anno dal social network Facebook di Marc Zuckerberg, vale attualmente 0,017 euro. Libra in realtà non ha impressionato particolarmente i rappresentanti del G7, che pure si sono detti favorevoli ad approfondire la ricerca sull’utilità degli stablecoin per favorire gli scambi commerciali internazionali. Questa valuta è legata al dollaro americano, come lo sono anche TrueUSD e USDTether, altre due monete virtuali considerate stabili.

Trovare una moneta di scambio accessibile a tutti sta diventando una priorità non solo per le imprese e i commercianti, ma anche per gli Stati membri del G7, che hanno evidenziato come oltre 1,7 miliardi di persone non abbiano un conto in banca e come i pagamenti tra Stati diversi siano ancora oggi opachi, lenti e costosi. Le criptovalute saranno la soluzione?