Imprenditori in fuga dal Paese. Senza riforme fare azienda è impossibile

di Monica Setta

Lo so che ”Tutti parlano di fuga di capitali o di chiusura delle aziende italiane causa crisi. Ma il vero pericolo è più sottile: c’è il rischio che davanti allo stallo della politica gli imprenditori decidano di liberarsi delle imprese investendo in titoli oppure obbligazioni. Conti alla mano, un capitale investito in Bot o Btp rende il 3,20% cioè un tasso superiore a quanto oggi rende la gestione di un’azienda”. Marina Salamon, la Pasionaria della Confindustria, al vertice della holding Alchimia con una serie di società in crescita, non usa mezzi termini quando sceglie di commentare in questa intervista a La Notizia gli ultimi dati sull’occupazione italiana, in aumento il prossimo anno all’11,8% a fronte di una spesa pensionistica pari al 16,2 del Pil e di una pressione fiscale vicina al 45%. “Questo non è un Paese per gli imprenditori, ma neanche per le imprese o per il lavoro”, sottolinea l’imprenditrice veneta, “qui da noi la pressione tributaria è altissima e la riforma del lavoro di Elsa Fornero lascerà sul terreno solo tante vittime fra aziende e lavoratori. E scontiamo soprattutto il cosiddetto fattore “declassamento Italia”, una riduzione direi metafisica, paradigmatica del nostro rating. Insomma, la situazione della nostra economia è drammatica, molto più complessa rispetto a quanto dicano i dati e l’unica ipotesi di salvezza arriva dalla politica. Siamo nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, speriamo che riesca a sciogliere l’impasse e a dare al Paese il governo di cui ha bisogno subito per le riforme economiche”.
Domanda. Bersani spera di formare il governo. Ieri, però, il leader del Pdl Silvio Berlusconi ha disertato l’incontro. Lei pensa che il segretario del Pd riuscirà a centrare l’obiettivo?
Risposta. ”Io credo che Bersani non ce la farà, il destino del suo incarico è segnato. Anzi, ritengo che se fosse un vero statista si farebbe volontariamente da parte lasciando a Matteo Renzi la responsabilità di fare il governo. Vede, la vittoria di Bersani alle primarie del Pd è stata una iattura per lui e per il Paese. Bersani giustamente ha proseguito nel suo cammino pretendendo di ricevere l’incarico per la formazione del governo, ma non ha compreso che la sua vittoria alle ultime elezioni è stata più tecnica che politica. E i sondaggi di questi ultimi giorni sono spietati. Bersani è in discesa mentre Berlusconi conquista punti nella classifica della popolarità. A questo proposito credo che il Cavaliere si stia comportando in maniera egregia. Si dimostra pronto al dialogo, costruttivo mentre potrebbe tranquillamente impuntarsi visto che i sondaggi gli danno ragione”.
D. Perchè Bersani ė così antipatico a voi imprenditori privati italiani? Lei non è la prima a dire che il segretario del Pd dovrebbe fare un passo indietro a favore di Matteo Renzi….
R. “Non è questione di antipatia, glielo assicuro. Personalmente Bersani mi sta simpatico, ma non penso ragionevolmente che sia la carta salvifica per il paese. Ritengo esattamente vero il contrario. Andando così avanti, Bersani porterà l’Italia sull’orlo del baratro. Ė chiaro a tutti che davanti a questa situazione delicata emersa dalle urne del 24/25 febbraio scorso sarebbe necessario incaricare un premier che possa essere gradito anche dal Pdl. Renzi mette d’accordo centro sinistra e centro destra, pur senza cedere un attimo ai principi o ai punti del programma politico. Renzi piace a noi imprenditori perchè incarna una sinistra obamiana ispirata al presidente degli Stati Uniti che dialoga con le parti sociali guardando dritto al futuro. Bersani, al contrario, deve riconoscere che rappresenta il passato. E basta”.

Un impero tra moda e servizi
Nata a Tradate, in provincia di Varese, classe 1958, Marina Salomon è un’imprenditrice molto considerata nel mondo mediatico e confindustriale. Figlia di Ennio, presidente della Doxa, Marina è molto attiva anche politicamente (ha fatto tra l’altro l’assessore a Venezia con Cacciari). Quattro figli, avuti da Luciano Benetton e Marco Benatti, negli anni ottanta ha fondato la sua prima attività, la Altana Spa di cui è amministratore unico. Si tratta di un’azienda che è oggi la maggiore in Italia per l’abbigliamento dei bambini; tra le più grandi in assoluto, nel segmento del lusso. Tra i brand più noti, Moncler, Pinko, Liu Jo, Jeckerson, Dimensione Danza, Amore.
Nel campo dei servizi, ha acquisito nel 1991 il controllo della Doxa, leader italiana nel settore delle ricerche di mercato, della quale detiene una quota del 90%. Doxa ha un ruolo di punta in Italia, nel settore delle grandi ricerche industriali, dei beni e servizi. Ad essa si è aggiunta, nel 2006, l’acquisizione di Methodos, leader in Italia nei processi di “change management” ed alta formazione di risorse umane.
Sempre nel 2006, ha ottenuto una partecipazione in Banca Ifis, controllata da Sebastian Von Furstenberg, e quotata in borsa allo Star, e ha fondato, insieme a Emma Marcegaglia, Arendi, un’azienda per la produzione di innovativi impianti fotovoltaici. Tutte le diverse attività imprenditoriali fanno capo alla holding Alchimia Spa.

D. Cosa spaventa di più in questa situazione politica ed economica?
R. “Mi spaventa Grillo, il suo movimento 5 stelle non ha la minima cognizione delle necessita del Paese. I depurati grillini sono adorabili cuccioli che si prestano a folcloristiche descrizioni nel loro debutto in aula, sono neofiti a tratti divertenti, ma non sanno assolutamente nulla di ciò che serve realmente all’economia italiana. È come se al mio posto in azienda arrivasse domani una studentessa di economia al primo anno di università. Fresca, perfino talentuosa, ma decisamente priva di esperienza: sono sicura che farebbe un disastro! I grillini hanno parlato di salario minimo garantito configurandosi come un movimento di stampo peronista, populista e pressapochista. Sono terrorizzata all’idea che il Pd possa fare accordi con Grillo. E non sono la sola. Ho incontrato in questi giorni molti colleghi imprenditori che mi hanno detto esplicitamente: se in Italia si afferma un’alleanza Pd-Grillo, noi cambiamo paese, vendiamo tutto e investiamo i nostri soldi in titoli oppure in obbligazioni. Ci si guadagna un 4% lordo che significa un 3,20 netto, sicuramente più di quanto si possa ricavare gestendo, di questi tempi, un’azienda”.
D. Le hanno chiesto di candidarsi alle ultime elezioni?
R. “Confesso, mi è stata offerta una candidatura sia da Scelta civica di Mario Monti che dal movimento di Oscar Giannino. Ci ho pensato, ma la mia missione è un’altra. Io non sono tra coloro che pensano alla fuga, pur considerando la gravità della situazione economica e politica, resto al mio posto. E continuo ad assumere, almeno cento posti in più all’anno. È la mia responsabilità di imprenditrice e di madre nei confronti del futuro. Ma non sono la sola a continuare a credere e ad investire nell’occupazione. Ci sono tante aziende belle e sane che continuano a macinare profitti, come la Tod’s del bravo Diego Della Valle, Prada o Brunello Cucinelli; sono imprese che hanno saputo puntare sull’internazionalizzazione e oggi possono contrastare la crisi generale”.
D. Lei parla di una situazione esplosiva dell’economia, eppure i mercati finanziari in America crescono. Come si spiega?
R. “I mercati escono da una lunga fase negativa anche se, dati alla mano, solo il mercato americano è riuscito a superare i livelli del 2008. Le borse europee e la nostra sono ancora indietro. I mercati finanziari hanno comunque una loro logica eppure nel nostro Paese chi si colloca a piazza Affari sconta il rischio Italia, viene punito. Perchè il vuoto politico, l’assenza di risposte concrete da dare alle parti sociali stanno a significare che il domani non è prevedibile, che tutto può saltare o impantanarsi in una fastidiosissima fase di stallo. È per questo che gli imprenditori si aspettano adesso dalla politica una risposta netta. Basta affidare gli incarichi alle Persone giuste”.
D. Come Renzi, of course. Ma chi stima a parte il sindaco di Firenze? Ce ne sarà qualcuno anche nello schieramento di centro destra…
R. ”Certamente. Anche se ciò che mi colpisce nel Pdl ė il legame indissolubile che hanno con il Cavaliere. Non ce l’ho con Berlusconi, ma il suo tempo è finito, c’è bisogno di un rinnovamento serio. E persone capaci ce ne sono penso a Maurizio Saccomi e pure a Bobo Maroni o a Flavio Tosi che non somigliano affatto alla vecchia Lega di Umberto Bossi, sono politici nuovi e giovani. Mi spiace poi per Fini ma il suo destino, quello di essere cannibalizzato, alle ultime elezioni, era scritto. Quanto a Monti, ha agito molto bene nei primi mesi del suo governo, è un uomo serio e capace. Purtroppo ha avuto accanto ministri che hanno fatto autentici disastri. Penso alla Fornero. brava a fare la riforma delle pensioni, ma totalmente inadatta ad occuparsi di mercato del lavoro. Vede, è come se chiedessero ad un imprenditore che ha sempre fatto scarpe nella sua vita, di dare formaggini. Può essere il migliore del mondo, ma se fa scarpe, non può fare bene i formaggini”.